Attualmente sono in servizio 90 operai per la progettazione e la costruzione dei contenitori delle batterie ed entro il 2017 è previsto il rientro di altre 260 unità. La maggiori preoccupazioni per i lavoratori delle aziende che rifornivano la casa del Lingotto. Giovedì è fissato un altro incontro al Mise, l'occasione per affrontare anche questo tema
Blutec, su auto green 350 ex Fiat ma resta il nodo indotto «Se progetto non decolla, la situazione sarà drammatica»
Dopo le rassicurazioni da parte di Blutec sullo stato di avanzamento del piano di reindustrializzazione del sito di Termini Imerese, rimangono ancora incertezze legate alla rioccupazione dei lavoratori ex Fiat e, in particolare, per quelli dell’indotto. L’azienda nei mesi scorsi ha comunicato che il piano prevede l’impiego per circa 350 lavoratori entro il 2017. Attualmente sono già in servizio 90 operai nello stabilimento per la progettazione e la costruzione dei contenitori delle batterie (del valore di 2 milioni di euro l’anno). Entro la fine dell’anno è previsto il rientro di altre 260 persone: 30 torneranno per occuparsi della prototipazione e 130 ad agosto e si occuperanno, oltre ad altre attività, della trasformazione di 7mila Fiat Doblò – attualmente prodotta in Turchia – e scooter con motori endotermici in motori elettrici (progetto che da solo vale 45 milioni di euro l’anno).
Tra i progetti in fase meno avanzata ce n’è anche una per la produzione di un motore a tre ruote per la distribuzione per le Poste italiane (per una valore di 15 milioni euro l’anno) e persino una collaborazione con Fca per la trasformazione di diverse vetture Fca in auto elettriche e ibride: al momento si tratta solo di ipotesi che, tuttavia, potrebbero essere confermate nelle prossime settimane. «Blutec si è impegnata a rispettare gli accordi già assunti indipendente da eventuali ritardi – spiega Giovanni Scavuzzo Battaglia, Segretario provinciale Cisl – Fim – durante l’ultimo incontro di martedì scorso allo stabilimento alla presenza dell’amministratore delegato Cosimo Di Cursi».
«Al momento il bacino ex Fiat conta 695 lavoratori – prosegue – di cui solo 90 già impiegati. Altri 605 sono ancora in cassa integrazione straordinaria fino al 24 settembre 2017. Prima di quella data dobbiamo incontrare ancora una volta il governo per discutere: si avvicina la conclusione del primo biennio di cassa integrazione e l’azienda può richiedere altri due anni». La nota dolente riguarda soprattutto l’indotto: oltre ai metalmeccanici ex Termini Imerese, ci sono altri 350 lavoratori per i quali a oggi mancano le prospettive per un possibile reinserimento: «Il governo e la Regione non sono riusciti a trovare soluzioni». Giovedì prossimo è fissato un altro incontro al Mise: sarà l’occasione per un approfondimento del progetto Blutec e poi per un confronto sull’indotto.
«La Regione siciliana aveva deliberato la prima tranche di finanziamento – 22 milioni – che dovevano arrivare il marzo scorso ma, a causa di ritardi, sono stati acquisiti materialmente da Blutec nel dicembre 2016, facendo slittare la prima parte del progetto – fase A – di circa un anno e mezzo. Ci auguriamo che non ci siano altri imprevisti perché se quest’anno non dovesse decollare il progetto Blutec, ciò avrebbe effetti drammatici sul piano di rilancio dello stabilimento. È necessario che il Mise vigili affinché il progetto proceda il più celermente possibile, senza intoppi, e che si realizzi entro l’anno la fase A» conclude.