La comunicazione è arrivata stamane per posta elettronica, a meno di 24 ore dalla riunione. Il motivo non è stato chiarito, indicando solo «l'impossibilità a essere presenti». Tanto è bastato, però, a scatenare i timori delle parti sociali, in attesa di conoscere il nuovo piano industriale ancora incerto
Blutec, spostato al Mise l’incontro previsto a Termini Sindacati: «Inaccettabile, non possono trattarci così»
Ancora un rinvio, l’ennesimo. La riunione, in realtà, è ancora in agenda. Ma non si farà a Termini Imerese, come stabilito in precedenza. Bensì a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. La comunicazione, stringata, è arrivata stamane per posta elettronica, a meno di 24 ore dall’incontro fissato per domani allo stabilimento Blutec, nel Palermitano, con azienda, sindacati e lavoratori. Il motivo non è stato chiarito, indicando solo «l‘impossibilità a essere presenti» e, eventualmente, rendendosi disponibili «a brevissimo» a fissare una nuova data. Tanto è bastato, però, a scatenare i timori delle parti sociali, anche perché l’incontro di domani poteva essere quello decisivo per conoscere il destino del nuovo piano di riconversione industriale che, al momento, resta un miraggio. Tanti i punti ancora da sciogliere, a partire dalla restituzione del prestito che l’azienda deve a Invitalia, circa 20 milioni di euro. Strettamente connesso al tema degli ammortizzatori sociali, in scadenza a dicembre di quest’anno.
Tangibile la delusione dei sindacati che, da mesi, auspicavano una visita del ministero a Termini, segno tangibile della vicinanza delle istituzioni ai lavoratori. «Un comportamento del genere è inaccettabile – sbotta Roberto Matrosimone, segretario generale della Fiom Sicilia – A meno di 24 ore è inammissibile che venga rinviato l’incontro in azienda, per noi è fondamentale che avvenisse all’interno dello stabilimento. Peraltro non è la prima volta che accade. Non c’è giustificazione, non si possono trattare così i lavoratori. Mi domando quale siano questi problemi che hanno impedito la presenza del Mise a Termini». Un incontro, in effetti, programmato da tempo e ora traspare il timore che possa essere accaduto qualcosa.
«Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad annunci del governo di cambi e sostituzioni all’interno del ministero – prosegue – facciano ciò che ritengono opportuno, ma credo sia necessaria qui la presenza delle istituzioni. Ci sono i lavoratori che aspettano risposte concrete: tra poco termineranno gli ammortizzatori sociali, e ancora non c’è un piano di reindustrializzazione. In sette anni non si era mai verificato un episodio simile: rinvii sì, però mai con meno di venti ore di anticipo. Se domani ci sarà l’incontro andranno i referenti nazionali, mentre noi saremo davanti ai cancelli riuniti in assemblea, in attesa di sapere cosa vuole fare la politica».
I temi sono sempre tanti e i tempi sempre più stretti. C’è l’enigma del nuovo piano industriale, presentato a giugno da Blutec per riassorbire il 700 lavoratori ex Fiat, ancora tutto da definire, così come il contenzioso con Invitalia. «Domani qualcuno doveva darci delle risposte – prosegue Mastrosimone – magari annunciando le procedure di finanziamento del nuovo progetto e se c’è l’intesa sulle modalità di restituzione delle somme. E poi c’è il tema della cassa integrazione: è un problema enorme perché nell’eventuale ipotesi che Blutec incassi l’ok dal ministero per il nuovo piano, prevederà vari step di rioccupazione dei lavoratori, e questo comporta un ulteriore proroga degli ammortizzatori».
Infine, c’è un altro capitolo che riguarda la produzione di auto elettriche, che però è vincolata all’affidamento da parte di Fca dell’allestimento dei Doblò. Un punto che per Mastrosimone non è in discussione, ma non essenziale nell’ottica di rilancio del polo palermitano. «È chiaro che il doblò da solo non risolve i problemi. Ma nel nuovo piano, stavolta, Blutec deve indicare con certezza l’assegnazione di eventuali commesse». In attesa di ulteriori sviluppi, domani operai e parti sociali si sono dati appuntamento davanti ai cancelli dello stabilimento. «Al momento – conclude ironicamente – non sappiamo nemmeno se l’azienda è disponibile ad andare a Roma. E, a questo punto, mi domando domani con chi si farà questa riunione».