Dopo aver accumulato due mesi di arretrati e dopo 28 anni passati in azienda, stamattina il 52enne ha preso una decisione drastica. Sul posto anche il segretario della Fiom Mastrosimone: «Oltre alle incertezze sulla cig c'è il rischio di essere tagliati fuori»
Blutec, un operaio in tenda davanti alla fabbrica «In sciopero della fame, ho bisogno di lavorare»
È in sciopero della fame Vito La Mattina di 52 anni, operaio Blutec, che stamattina ha piazzato una tenda davanti ai cancelli della fabbrica ex Fiat a Termini Imerese. «Alle 11 ero già qua – dice La Mattina a Meridionews -, ho montato questa tenda e mi sono portato dietro solo delle bottigliette d’acqua: sto facendo lo sciopero della fame. Da aprile non ci pagano la cassa integrazione. Ho due mesi di arretrati e devo trovare una soluzione».
La Mattina racconta il percorso che lo ha portato stamattina a prendere questa drastica decisione: «Sono entrato in azienda nel ’91. Sono passati 28 anni e non posso essere moroso al punto che possono pignorarmi anche la casa. Ho bisogno di lavorare, non voglio vivere di cassa integrazione, che tra l’altro ci pagano quando vogliono loro. Sono pronto anche da domani ad andare a lavorare. Perdo all’anno quasi ottomila euro». Una condizione di fortissimo disagio che ha colpito tutta la famiglia: «Moglie e figli li ho mandati da mia madre che vive di pensione e ci sta aiutando. Continuerò la protesta fino a quando non si sblocca qualcosa. Anche altri miei colleghi sono venuti qui a manifestarmi solidarietà».
Sul posto sono presenti anche un gruppetto di colleghi e il leader della Fiom siciliana Roberto Mastrosimone. «Questa esasperazione – commenta il segretario Fiom Sicilia a Meridionews – è dovuta al fatto che si sono sommati due fatti esplosivi dal punto di vista della prospettive: l’incertezza di ricevere la cassa integrazione, i cui pagamenti sono fermi al 30 di aprile insieme al suo rinnovo per il periodo 1 luglio-31 dicembre e il fatto che non c’è nessuna novità per rioccupare tutti e mille operai tra i 700 ex Blutec e i 300 dell’indotto. A fine ottobre si presenta il piano industriale che dovrebbe ridare nuovo impulso all’azienda e ad oggi non abbiamo notizie positive. Da ciò che sappiamo finora, c’è il rischio di essere tagliati fuori a meno che il governo impegni la Fca di prendersi le proprie responsabilità su Termini».