Blutec, cassa integrazione rinnovata fino a dicembre Ma lo scontro tra Musumeci e il M5s si fa più aspro

«Di altro non si è potuto parlare». Roberto Mastrosimone è un sindacalista di lungo corso. Da segretario regionale della Fiom ne ha viste tante. E così lo scontro tra governo regionale e nazionale che si è tenuto nel pomeriggio di ieri al Mise sulla responsabilità della copertura economica per la cassa integrazione relativa al 2019 dei lavoratori dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese non sembra sorprenderlo più di tanto. Eppure a Roma, dopo mesi di tensioni, le tensioni tra la giunta Musumeci e il M5s  – che non solo ha il proprio leader Luigi Di Maio a capo del ministero del Lavoro, ma anche due rappresentanti di Termini come il deputato regionale Luigi Sunseri e la senatrice Antonella Campagna – sono esplose in un reciproco j’accuse. 

«Non è stato certamente un grande incontro – dice ancora il segretario Mastrosimone -, tutto si è concentrato sul rinnovo della cassa integrazione. Dopo un lungo contenzioso finalmente si è trovata l’intesa». Quel che più conta, dunque, è che alla fine di uno scontro lungo una manciata di ore è stata garantito l’ammortizzatore sociale fino al 31 dicembre 2019 per i lavoratore Blutec, il gruppo della  componentistica  per auto che è stato commissariato il 12 marzo scorso in seguito all’accusa di malversazione nei confronti dello Stato da parte dei vertici aziendali. Il commissario giudiziale Giuseppe Glorioso ha illustrato in apertura la situazione trovata tre mesi fa e l’ha messa a confronto con quella attuale, con una perdita mensile del gruppo che è stata ridotta da un milione al mese a circa 350mila euro. Il gruppo, secondo quanto inoltre affermato dal commissario, ha avviato un piano di manutenzione degli impianti e accresciuto il fatturato in questi ultimi mesi.

La questione più urgente sul tavolo, però, era certamente la scadenza al 30 giugno degli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Termini Imerese. E qui non è mancato lo scambio di accuse tra governo regionale e nazionale.I tecnici del Mise hanno infatti ricordato che la cassa integrazione concessa in questi anni (dal 2017) è sempre stata data attraverso provvedimenti legislativi eccezionali che oggi hanno perso la causale per la quale erano stati disposti. Ovvero: la copertura del 2019 dovrà essere a carico della Regione Siciliana, utilizzando i fondi per le aree di crisi complessa – quale è Termini Imerese. Una responsabilità ulteriore per il governo Musumeci, che sembrava aver messo inizialmente in difficoltà gli assessori al Lavoro e alle Attività produttive Antonio Scavone e Mimmo Turano. Tanto che il M5s aveva fatto circolare una nota in cui puntava il dito proprio sulla Regione. Scavone e Turano, però, hanno risposto praticamente in diretta. 

«Mentre siamo al ministero per la vertenza Blutec leggiamo, increduli, una nota accreditata come “fonti ministeriali” secondo la quale la Regione Siciliana sarebbe pronta a non fare la sua parte per i lavoratori. Una balla ridicola per la quale chiediamo formalmente al ministro Di Maio un’immediata smentita. Di Maio, come Toninelli, cerca un capro espiatorio nella Regione per sfuggire alle proprie responsabilità. Per tutte le aree di crisi dell’Isola disponiamo di solo 18 milioni di euro e abbiamo assicurato di destinare le risorse necessarie per coprire la cassa integrazione per la Blutec per quest’anno, con l’impegno del ministero che nel 2020 le risorse saranno rimpinguate. Ma vogliamo anche sapere: cosa ha fatto lo Stato? Quali proposte ha per l’area? Dopo sette anni il ministero continua a parlare di cassa integrazione e non di piani d’investimento. È chiaro che la Regione farà la sua parte, ma il ministro dello Sviluppo economico continua a latitare nell’interlocuzione con Fca. Da tempo chiedevamo a Di Maio un incontro per concordare un piano di cofinanziamento del programma quadro, ma anche oggi la nostra richiesta è rimasta inascoltata. I primi a non volere piu assistenza sono proprio i lavoratori della Blutec».

Alla fine, però, la soluzione è stata trovata: il rinnovo della cassa integrazione per i prossimi sei mesi sarà a carico della Regione. «La situazione è chiarissima – è il commento di Luigi Sunseri – Musumeci e i suoi emissari sono andati a Roma e hanno provato a tendere un agguato al governo ma non ci sono riusciti, ora la smettano di giocare sulla pelle dei lavoratori e si mettano a lavorare di concerto con le istituzioni per dare un futuro ai lavoratori. In pratica gli assessori di Musumeci sono andati a Roma a cercare di fare la voce grossa con l’unico governo che sta mettendo i soldi e le tutele per i lavoratori, adducendo la scusa di non avere copertura per la cassa integrazione in deroga e provando a rimbalzare colpe sul ministero del lavoro. Peccato che il loro giochetto è stato sgamato e vedendosi con le spalle al muro, hanno capito che con il destino dei lavoratori non si scherza. Musumeci e soci quando vogliono i soldi li trovano. Li trovano per le sagre e per i carrozzoni, li trovassero per la cassa integrazione dei lavoratori Blutec, davanti ai quali peraltro Musumeci aveva preso impegni precisi».

Resta il fatto che il rinnovo della cassa integrazione era la conditio sine qua non, per il commissario Glorioso, affinché si possa cominciare ad affrontare un piano di rilancio industriale (di cui però ieri non si è parlato). E’ stata infatti presentata domanda di concordato mentre sono stati avviati contatti con potenziali investitori. A detta del commissario, peròm mentre per alcuni siti Blutec la ricerca di acquirenti per lo stabilimento di Termini Imerese la situazione è più complessa

Per Simone Marinelli, Fiom nazionale, e Roberto Mastrosimone «l’intervento di oggi ha scongiurato quello che poteva essere un problema drammatico per tutto il gruppo, del quale lo stabilimento di Termini costituisce una parte, seppur molto consistente. Come Fiom – continuano – auspichiamo che l’erogazione degli ammortizzatori sociali, sul quale vigileremo, avvenga nel minor tempo possibile, tenendo presente che si tratta di lavoratori che da anni affrontano sacrifici economici, dopo anni di crisi seguiti alla dismissione da parte di Fiat nel 2011. Inoltre cercheremo una soluzione per i 62 lavoratori dell’indotto esclusi dal primo gennaio dagli ammortizzatori». Per lunedì mattina è stata intanto già lanciata una nuova assemblea dei lavoratori davanti i cancelli dell’ex sito Fiat. Non sono da escludere nuove forme eclatanti di protesta.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]