Sulle intenzioni del candidato di destra a girare un docufilm sulle Comunali c'è chi aveva profilato questo scenario. «L'operazione commerciale era in corso ed era evidente». Mentre sull'autoproclamatosi Davide della politica è in corso un'indagine conoscitiva su una «presunta strumentalizzazione dell'attività di giornalista»
Bluff La Vardera, è gara a chi aveva capito tutto Intanto l’ordine dei giornalisti convoca l’ex Iena
Il caso di Ismaele La Vardera da ieri sera è sulla bocca di tutti: professionisti dell’informazione in primis, politici di ogni ordine e grado, popolo palermitano che, specie sui social, non lesina commenti. In queste ore si è diffusa soprattutto una tendenza, in realtà una conferma di una sindrome vecchia come il mondo e che si può sintetizzare con la formula io l’avevo detto. Una gara insomma a chi aveva capito tutto, a chi perlomeno aveva manifestato qualche dubbio, quasi sempre però rimasto rigorosamente muto e venuto fuori solo ora, a giochi ormai palesati.
C’è chi però aveva davvero immaginato che il giovane candidato sindaco stesse girando un docufilm. È il caso ad esempio di Luciano Zaami, che si occupa di social media presso il gruppo parlamentare del M5s. Era il 27 maggio quando Zaami scriveva: «Chi è di Palermo e sta seguendo le elezioni comunali non ha potuto non vedere la ridicola campagna mediatica di Ismaele La Vardera, più simile alla promozione di un film che di un sindaco. Proprio partendo da questa constatazione ho iniziato ad avere un dubbio: e se tutta questa operazione non fosse che un pretesto per girare un documentario sulla campagna elettorale a Palermo e poi beffare tutti? Anche perché, diciamolo, sarebbe l’unico modo per salvare la faccia in una candidatura improbabile e ridicola. Però ho anche pensato che questa idea, vera che fosse, gli sia venuta in corso d’opera, quando ha capito che le elezioni sono una cosa seria e che si era trovato in una situazione dalla quale sarebbe uscito con una brutta figuraccia. Cosa fare allora? Spiazzare l’avversario, prenderlo in giro, e tirare fuori un documentario sulla follia delle elezioni comunali a Palermo. La mia è solo una teoria, ma è l’unica carta che ha per uscirne a testa alta, perché se così non fosse, se questa campagna mediatica come la sua alleanza con la Lega sono delle precise scelte ponderate, beh, allora vuol dire che è proprio uno scappato di casa».
Ora a Meridionews Zaami spiega che «ho avuto questa visione guardando i manifesti, che aveano una grafica da film, quindi l’operazione commerciale era in corso ed era evidente. Devo solo capire se l’uscita di ieri era premeditata o uno scivolone – spiega il collaboratore del gruppo pentastellato all’Ars – se voleva uscire bene doveva organizzare un bel lancio, anche se di sicuro non avrebbe avuto questo successo mediatico». Tanti anche i collaboratori dell’ex Iena che adesso ammettono di aver nutrito parecchi dubbi in proposito sin dall’inizio della scelta dell’autoproclamatosi Davide contro i Golia della politica.
Intanto l’Ordine dei giornalisti di Sicilia ha convocato per i prossimi giorni Ismaele La Vardera, che è iscritto all’albo in qualità di pubblicista, «per ascoltarlo con riferimento alle notizie relative a una presunta strumentalizzazione dell’attività di giornalista nell’ambito della sua candidatura a sindaco di Palermo. Si tratta per il momento di una indagine conoscitiva, svolta per motivi di urgenza dal Consiglio e non dal Consiglio di disciplina territoriale».