Carabinieri al Comune, guardia di finanza al Consiglio provinciale. I militari sono stati inviati dalla Procura etnea per due indagini conoscitive sui conti dei due enti. A palazzo Minoriti sono in corso verifiche su rimborsi spese non dovuti ai consiglieri provinciali, mentre al Comune di Catania sono stati acquisiti gli atti relativi al parare negativo dei revisori dei conti sul bilancio consuntivo 2011. «Tutto in regola», per il Comune. Ma entro fine mese c'è la scadenza del bilancio di previsione 2012
Blitz della Procura in Provincia e Comune Indagini su rimborsi spese e bilancio
Ennesima bufera sul bilancio consuntivo 2011 del comune di Catania: ieri i carabinieri, su disposizione della Procura etnea, hanno acquisito gli atti relativi al parere negativo del collegio dei revisori dei conti. Nello stesso giorno, sempre per conto della Procura, la guardia di finanza ha acquisito dalla presidenza del consiglio provinciale di Catania atti inerenti i rimborsi spese di una decina di consiglieri. Sarebbero infatti circa 200mila gli euro che ogni anno vengono destinati a ogni gruppo consiliare nella provincia alle spese di trasferta, rimborsi chilometrici di cui alcuni consiglieri avrebbero approfittato per viaggi non istituzionali in giro per il mondo. L’inchiesta fa seguito a quella inerente lo scandalo dei rimborsi nella regione Lazio e sembra al momento esclusa una simile verifica all’interno del consiglio comunale di Catania. Comune nel quale, al di là degli esiti dell’indagine della Procura, se il bilancio non venisse approvato per l’intera amministrazione comunale si riavvicinerebbe il concreto rischio del dissesto finanziario.
I revisori dei conti, lo scorso 8 agosto, avevano infatti dato parere non favorevole al bilancio consuntivo 2011, motivando la decisione con «l’impossibilità di attestare la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione». L’amministrazione comunale aveva minimizzato l’accaduto, bollando il parere dei revisori come causa di una «diversa metodologia nei conteggi». Adesso che la Procura etnea ha aperto sulla vicenda una indagine conoscitiva, ancora senza indagati, e nonostante le rassicurazioni del vicesindaco Roberto Bonaccorsi – che tra le molte deleghe ha anche quella al bilancio e che come nei mesi scorsi ribadisce «l’assenza di qualunque buco di bilancio» – i consiglieri di opposizione chiedono a gran voce chiarimenti.
«Chiediamo all’amministrazione e al vicesindaco Bonaccorsi di riferire in consiglio comunale sull’indagine della magistratura che ha portato ad acquisire gli atti», afferma Saro D’Agata, capogruppo del Partito democratico e membro della commissione bilancio, secondo cui «a due mesi di distanza dal parere sfavorevole dei revisori, i cittadini devono conoscere la reale situazione». Dal buon esito del parere dei revisori sul bilancio 2011 dipende infatti l’intera macchina comunale. A breve scadenza, il 31 ottobre, il consiglio comunale dovrà approvare il bilancio preventivo dell’anno 2012. Ma i ritardi si accavallano, tanto che la regione Sicilia ha nominato a luglio un commissario ad acta, il funzionario Giuseppe Patralia, per l’iter di approvazione del consuntivo 2011 che doveva essere concluso già lo scorso 30 aprile. Lo stesso destino potrebbe toccare al bilancio di previsione 2012.
Alle richieste di chiarimento di D’Agata si aggiungono anche quelle di Francesco Navarria del gruppo misto, presidente della commissione consiliare sulle aziende municipalizzate e partecipate. «Vedere i militari che bussano al Comune testimonia che c’è qualcosa di oscuro nella vicenda, e ci auguriamo che la magistratura faccia luce – spiega Navarria – Non vorremmo assistere a quanto già visto con l’amministrazione Scapagnini-Lombardo». In risposta ai due consiglieri, l’amministrazione comunale in una nota ribadisce che «si è pronti in qualunque momento a una verifica pubblica nella sede istituzionalmente prevista che è lassemblea cittadina. Una iniziativa utile anche per comparare gli sperperi e gli sprechi dei bilanci degli ultimi venti anni col rigore e la serietà degli strumenti finanziari adottati degli anni recenti considerato che nel giugno 2008 il passivo ammontava a oltre un miliardo di euro».