È quanto emerge dalla nuova indagine su corruzione e appalti che all’alba di oggi ha portato all’arresto del presidente di Rfi e dell’Ast, Dario Lo Bosco, e di due funzionari del Corpo Forestale della Regione siciliana, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi. Le vittime collaborano sono dopo le acquisizioni della magistratura. Longo: «Non c'è un rifiuto totale»
Black List, le mazzette e gli imprenditori L’allarme del questore: «Non denunciano»
Gli imprenditori non denunciano. O almeno non lo fanno in maniera indipendente dalle acquisizioni della magistratura. È questo quello che emerge dalla nuova indagine su corruzione e appalti che all’alba di oggi ha portato all’arresto del presidente di Rfi e dell’Ast, Dario Lo Bosco, e di due funzionari del Corpo Forestale della Regione siciliana, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi. L’accusa per loro è pesantissima: concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo gli investigatori per evitare “intoppi” nella macchina burocratica di appalti milionari avrebbero preteso soldi e regali.
Un sistema «squallido» l’ha definito il questore di Palermo Guido Longo, durante la conferenza stampa convocata in procura per illustrare i dettagli dell’operazione Black List. «Non è possibile che per l’imprenditore lavorare significhi pagare una tangente: è squallido. Si offende l’economia e il mercato». Senza contare che a pagarne le conseguenze sono i cittadini. Che si trovano con «opere pubbliche che in alcuni casi sono scadenti e penalizzano i servizi e la viabilità».
Per il questore, allora, sarebbe necessario un intervento del legislatore. «Forse sarebbe il caso di introdurre qualche novità normativa per rendere più efficace il contrasto a questo fenomeno. Magari può essere un’idea quella degli agenti sotto copertura». Riguardo poi alla collaborazione delle vittime ha aggiunto: « Gli imprenditori non devono aspettare di essere incastrati ma devono denunciare. Deve cessare il malcostume di pagare per lavorare. Dovrebbe esserci un rifiuto totale», che ancora non c’è.