Birrificio Messina, domani la riapertura  Rinato con gli sforzi e i Tfr dei lavoratori

Tutto pronto per l’inaugurazione del birrificio Messina. Domani sarà tagliato il nastro della struttura in zona Asi di Larderia, che ospita la cooperativa dei 15 ex operai Triscele dove ad agosto verranno prodotte la Doc 15, la Cruda Doc 15, e la Birra dello Stretto. Le tre nuove etichette costituiscono il sogno divenuto realtà e soprattutto una rivincita per ciascuno degli operai imprenditori che hanno scommesso su se stessi fin dal 2013. «Noi sappiamo fare birra. Questo è il nostro mestiere». Lo hanno sempre sostenuto e il prossimo mese la bevanda tornerà a essere un prodotto fatto in casa a Messina.

Quella di domani non sarà una semplice inaugurazione, perché coinciderà con l’avvio della prima cotta. E, rispettando i tempi di fermentazione del luppolo, il 20 agosto si potrà bere la prima birra. L’invito per l’inaugurazione è aperto alla città e a quanti hanno sostenuto questa avventura. Sarà una festa per un marchio indipendente atteso a Messina e in provincia, che è prova di come un gruppo di lavoratori abbia creduto nelle possibilità per la città di riscoprire la propria vocazione industriale

La storia degli ex operai Triscele comincia quando la Heineken rileva lo stabilimento dove i Faranda avevano dato vita alla Birra Messina. Dopo un primo periodo in cui tutto sembra andare per il meglio, l’azienda olandese comunica di dover chiudere l’impianto peloritano. Non verrà più fatta birra a Messina. Quando tutto sembrava ormai perso, gli eredi dei Faranda rilevano lo stabilimento e tornano a fare birra con nuove etichette. Ma anche questa nuova avventura si conclude nel peggiore dei modi. Inizia così la mobilitazione dei lavoratori che decidono di non arrendersi a quella che è diventata una prassi dappertutto. Troppe le aziende che abbassano la saracinesca, tanti i padri di famiglia che restano senza lavoro.

Così decidono di investire i loro Tfr per fondare un birrificio tutto loro. Il 17 marzo del 2014 comincia l’avventura che li ha visti trasformarsi da operai a imprenditori. Prima di quella data, per oltre un anno sono rimasti davanti i cancelli dello stabilimento di via Bonino. Per loro era diventata una seconda casa. All’addiaccio o con il sole cocente, sotto il gazebo hanno continuato a raccogliere firme per riavere il loro lavoro. E anche dopo aver perso, perché alla fine quel posto non sono riusciti a mantenerlo, non hanno smesso di credere in loro stessi e hanno fondato il Birrificio Messina.

I primi a sostenerli sono stati i soci della Fondazione di Comunità. Tanti i semplici cittadini che hanno risposto all’appello contribuendo al sogno dei lavoratori anche con piccole donazioni. Sono stati definiti gli ex lavoratori prima della Birra Messina, poi della Triscele. Da domani saranno, per tutti, gli operai imprenditori del Birrificio Messina. C’è una città che aspetta di gustare le loro birre. Perché le tre etichette hanno un gusto diverso rispetto alle altre birre. Hanno il sapore del riscatto.


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Sono stati condannati i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Finisce così il processo di primo grado con rito ordinario per l’omicidio volontario aggravato del parà siracusano Emanuele Scieri, avvenuto all’interno della caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999. Per loro il procuratore Alessandro Crini aveva chiesto rispettivamente una condanna a 24 anni e 21 anni, […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo