La commissione consiliare al Bilancio del Comune di Catania questa mattina ha incontrato l’assessore al ramo Giuseppe Girlando per avere chiarimenti sulla richiesta della Corte dei conti di una documentazione mancante sul Piano di riequilibrio finanziario del 2015. Un plico che Palazzo degli elefanti avrebbe dovuto inoltrare agli uffici palermitani entro la fine dello scorso gennaio. L’assessore Girlando, informalmente, aveva già provveduto a tranquillizzare la I commissione permanente di palazzo dei Chierici, ma i componenti hanno chiesto una conseguenza ufficiale alle parole dell’esponente della giunta di Enzo Bianco, ovvero la verbalizzazione. Dalla quale Girlando non si è tirato indietro.
«Il Comune ha consegnato alla Corte dei conti la documentazione richiesta: una relazione sul controllo finanziario del primo semestre del 2015», spiega l’assessore. «Contestualmente alla quale abbiamo formalmente comunicato alla Corte di volerci avvalere della normativa relativa alla legge di Stabilità del 2016», annuncia Girlando. Il passaggio porta con sé la notizia che l’ente spalmerà i debiti pubblici in un arco di 30 anni e non più in dieci, come prevedeva la precedente normativa. La misura dovrebbe allontanare da Palazzo degli elefanti il rischio default. «Tra l’altro, ci è data la possibilità di riformulare il Piano di rientro entro il 30 giugno 2016. Siamo già a lavoro per effettuare tutte le valutazioni del caso», continua il componente della giunta Bianco. Che martedì prossimo è atteso al ministero degli Interni per stabilire i punti salienti del futuro programma finanziario. Anche se l’ultima parola sull’atto spetta al consiglio comunale.
L’attuale Piano di rientro risale alla passata sindacatura, quella guidata dall’ex primo cittadino etneo Raffaele Stancanelli. Che, spesso, è stato visto dall’attuale amministrazione cittadina come un vincolo sulla gestione dei soldi comunali. Un tema, quest’ultimo, di cui si torna spesso a parlare alla fine di ogni anno, quando è ormai tradizione per il consiglio comunale votare il bilancio preventivo dell’ente. Quasi con 365 giorni di ritardo, come è stato per il documento del 2015. «Quest’anno – dichiara Girlando – il bilancio di previsione si voterà entro il mese di aprile del 2016, secondo la norma corrente».
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