Ancora una volta il governo regionale snobba il Parlamento siciliano. Invece di iniziare a Sala d’Ercole, magari nelle Commissioni legislative, la discussione su Bilancio e Finanziaria 2015, l’esecutivo preferisce comunicare a «rate» sui giornali l’improbabile manovra economica del prossimo anno.
Un brutto schiaffo per l’Ars che, del resto, è chiamata soltanto ad obbedire e a passare, senza creare problemi, le carte del Governo.
Lo si è visto qualche giorno fa in Commissione Bilancio e Finanze che ha approvato il disegno di legge su un mutuo di oltre due miliardi di euro senza una corretta relazione tecnica. Infatti, davanti a un buco di cassa accertato di 5 miliardi di euro, il Presidente della Commissione, Nino Dina e gli altri componenti di questo consesso parlamentare, non hanno avvertito l’esigenza di farsi spiegare e quindi di raccontare ai siciliani, dove sono finiti questi 5 miliardi che la Regione non avrebbe erogato alle aziende sanitarie provinciali e alle aziende ospedaliere dell’Isola.
In questo scenario da ultimi giorni di Pompei, l’assessore commissario all’Economia, Alessandro Baccei, si accingerebbe a presentare il bozzone di Bilancio e Finanziaria 2015.
Ovviamente, visto il livello del Parlamento siciliano, ne discute direttamente con altri soggetti e da queste discussioni si apprendono notizie vecchie, cose trite e ritrite, come se in questi ultimi due anni il Governo avesse fatto qualcosa di diverso. Tagli di stipendi ai precari e ai regionali, tagli alla Formazione, tagli per i Comuni.
Quindi, questa mattina, si parla di tagli compresi tra il 20 e il 25% in tutti i principali capitoli di spesa e di una compartecipazione dei Comuni alla spesa per i precari (per inciso i Comuni sono già sull’orlo del baratro grazie ai tagli di governo nazionale e regionale).
Una botta verrà presumibilmente assestata anche alle pensioni dei regionali e all’indennità di posizione dei dirigenti, per i quali è probabile un demansionamento.
In buona sostanza, l’unica notizia certa è rappresentata dai tagli. Per il resto, per i dettagli veri, bisognerà certamente aspettare che i documenti arrivino all’Ars e non solo sui giornali dove si prova a spiegare la manovra.
«Faremo sacrifici, ma il governo Renzi deve aiutarci» afferma Crocetta, annunciando di avere avuto rassicurazioni in tal senso da parte del premier. Nonostante il prelievo dal bilancio regionale di 1,2 miliardi di euro, oltre al mutuo da due miliardi. Mentre si consuma un altro «prelievo» alla Sicilia, quello di mezzo miliardo di euro di fondi europei con l’articolo 12 della Legge di stabilità.
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