Due giorni fa una donna veniva investita da un autobus in via Vittorio Emanuele. Percorreva la corsia riservata ai mezzi pubblici, dal 2012 aperta anche alle due ruote. Un provvedimento più volte prorogato, ma che qualche settimana fa il ministro dei Trasporti Lupi ha definito «una follia». Un problema che divide i cittadini. «E' una prassi consolidata in tutta Europa ed è dimostrato che non è rischioso», spiega l'associazione Salvaiciclisti
Bici sulle corsie preferenziali degli autobus «In due anni a Catania un solo incidente»
Se l’è cavata con tanto spavento e una ferita alla caviglia la donna che giovedì è stata investita da un autobus in via Vittorio Emanuele. Percorreva la corsia preferenziale dei bus, che è anche una pista ciclabile. A Catania è così da più di due anni, da quando l’amministrazione Stancanelli decise di accogliere una delle proposte contenute nel decalogo dell’associazione Salvaiciclisti e aprire le strade riservate ai mezzi pubblici anche alle due ruote. Da allora si è andati di proroga in proroga. «Una fase sperimentale che dura ormai da troppo tempo. Sarebbe il caso che l’amministrazione decidesse una volta per tutte», spiega Attilio Pavone, di Salvaiciclisti.
Quello che per l’associazione degli amanti delle due ruote è stata una conquista, non è visto di buon occhio da una parte dei cittadini, soprattutto da chi non usa la bici. Malumori che emergono con più forza quando succedono incidenti come quello di giovedì. «Io sono confuso. Sicuramente gli autisti sono spesso nel torto, ma i ciclisti molte volte sono dei folli», è uno dei commenti critici di diversi lettori di CTzen. «Ma come può una pista ciclabile coincidere con il percorso degli autobus? È pura follia!», si chiede un’altra utente sulla nostra pagina Facebook. Ma c’è anche chi la pensa diversamente: «Vado in bici tutti i giorni e vedo sorpassi azzardati a dieci centimetri, sportelli aperti, invasione delle corsie preferenziali, auto a 80 chilometri orari in via Etnea. Guardate la trave che avete negli occhi e non la pagliuzza», commenta Amedeo.
In realtà lo scetticismo è condiviso a piani molto più alti. E’ di appena venti giorni fa la presa di posizione del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. «Credo che su questo argomento bisognerà ragionare bene prima dellapprovazione definitiva – affermava in merito all’apertura delle preferenziali ai ciclisti da inserire nel nuovo codice della strada in discussione – Secondo me è una cosa da pazzi: anche qui invece di aiutare i ciclisti si finisce per metterli in pericolo». Lupi si è detto contrario anche alla possibilità del senso unico eccetto bici, cioè la libertà per le due ruote di percorrere tutte le strade in entrambi i sensi di marcia. Tuttavia mentre quest’ultimo provvedimento non è stato ancora applicato da nessun Comune e rimane una proposta di alcuni sindaci, la convivenza tra autobus e bici è già una realtà in diverse città italiane. E Catania è stata tra le prime.
«E’ una prassi consolidata al Nord e in tutta Europa – spiega Pavone, di Salvaiciclisti – il ministro forse vive sulla luna. E’ dimostrato che non è rischioso, a Catania lo sperimentiamo da due anni e non è successo niente di grave». Quello di ieri in effetti sembra essere l’unico incidente occorso a un ciclista su una corsia preferenziale. Un altro, ben più grave, era capitato ad una ragazza che con la sua bici si era immessa da via Litrico su via Etnea all’altezza di villa Bellini. In quel caso, però, la ciclista non avrebbe rispettato lo stop e non stava percorrendo un tratto riservato agli autobus. «In realtà – aggiunge Pavone – si faceva anche prima, solo che adesso è legale».
Dettaglio non da poco. «E’ una tutela importante per chi va su due ruote – spiega Danilo Pulvirenti, presidente di RifiutiZero Sicilia e membro di Salvaiciclisti Catania – senza questi provvedimenti, se un idiota sorpassa nella corsia degli autobus e investe un ciclista, quest’ultimo rischierebbe un concorso di colpa». Ci sono poi gli autisti degli autobus. Non tutti tolleranti nei confronti delle due ruote. «Quando andavo in bici, mi ritrovavo il bus dietro attaccato, cominciava a suonare ininterrottamente ed ero costretta a spostarmi sul marciapiede», scrive Monica a commento del nostro articolo. «Il ciclista – puntualizza Pulvirenti – è autorizzato a stare in mezzo alla strada, esattamente come gli automobilisti e i motociclisti. Tutti questi soggetti dovrebbero capire che non serve una lotta, ma una convivenza».
L’assessore comunale alla Mobilità Saro D’Agata annuncia di «voler capire i motivi dell’incidente di ieri e di valutare pro e contro prima di concedere un ulteriore proroga dell’apertura delle corsie preferenziali degli autobus alle bici. Ma il vero obiettivo da questo punto di vista – precisa – è realizzare la pista ciclabile sul lungomare tra Catania e Acitrezza».