Ad agosto del 2015 avrebbe ammazzato l'uomo mentre dormiva. L'arma sarebbe un ceppo di legno, lo stesso con cui lui l'avrebbe ripetutamente picchiata in passato. Il reato ipotizzato dalla procura di Catania è quello di omicidio con l'aggravante del vincolo parentale
Biancavilla, Enza Ingrassia andrà a processo Casalinga avrebbe ucciso il marito nel sonno
Enza Ingrassia, la casalinga 65enne di Biancavilla accusata dell’omicidio del marito Alfio Longo (67 anni), è stata rinviata a giudizio. La decisione è stata presa dalla giudice per le udienze preliminari Rosa Alba Recupido che ha fissato per il prossimo 8 novembre la prima udienza del processo sul caso che ha sconvolto la comunità della città pedemontana. La donna, che risponde di omicidio aggravato dalla condizione di coniuge, sarà giudicata col rito abbreviato. La gup ha accolto la richiesta avanzata dal legale di Enza Ingrassia, l’avvocata Pilar Castiglia. Così la casalinga potrebbe evitare di scontare l’ergastolo e usufruire di uno sconto pari a un terzo della pena.
Il giudice nel corso del processo valuterà se applicare o meno le eventuali attenuanti dovute a presunte violenze e maltrattamenti che la moglie della vittima avrebbe subito nel corso di quarant’anni di matrimonio e che, secondo quanto confessato dalla stessa donna, sarebbero state all’origine del delitto. Tra le parti civili, sono state ammesse la sorella di Alfio Longo, Vincenzina, e i nipoti Salvatore e Rosetta Cantarella. Sono stati proprio i familiari dell’uomo a spingere per le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi, della minorata difesa e della crudeltà. L’avvocata Castiglia, durante l’udienza, si è opposta e il tribunale ha respinto le richieste. Con la giudice Recupido che ha accolto in toto il capo d’accusa formulato dalla magistrata Raffaella Vinciguerra, ossia omicidio con l’aggravante che a commettere l’assassinio è stata la coniuge.
L’episodio risale al 27 agosto del 2015 quando Enza Ingrassia con un ceppo di legno uccide nel sonno il marito all’interno della loro villa di contrada Crocefisso. La donna prima racconta di una rapina per pochi spiccioli finita nel sangue, poi, messa alla strette dagli inquirenti, ammette le proprie responsabilità, giustificando la propria azione come dettata dall’esasperazione dovuta a una vita di maltrattamenti fisici e psicologici causategli dal marito. A gettare alcune ombre sulla vicenda il ritrovamento all’interno della villetta di armi e droga. Nello specifico i carabinieri, durante uno dei tanti sopralluoghi, recuperano una pistola, poi risultata rubata, un fucile calibro 12 e diverse piantine di marijuana occultate nel vigneto e in parte essiccate in mansarda. Allo stato attuale Enza Ingrassia si trova agli arresti domiciliari nella struttura Cenacolo di Dio di Biancavilla.