Di berlusconi conosciamo i suoi vezzi da don giovanni: le sontuose feste nella sue sontuose ville, le sue cene, le belle donne (alcune trasformare anche in donne in politica), le sue nipoti di mubarak e via continuando. Ma il berlusconi politico non si finisce mai di scoprirlo.
Berlusconi premia Miccichè e Firrarello (i carnefici di Nello Musumeci )
Di Berlusconi conosciamo i suoi vezzi da Don Giovanni: le sontuose feste nella sue sontuose ville, le sue cene, le belle donne (alcune trasformare anche in donne in politica), le sue nipoti di Mubarak e via continuando. Ma il Berlusconi politico non si finisce mai di scoprirlo.
Nel 2006, contro tutti gli umori e contro tutti i sondaggi, era convinto di poter vincere le elezioni politiche. E le avrebbe vinte se i suoi avessero creduto nel loro capo e non si fossero dati per vinti in partenza. Qualche mese fa ha replicato: questa volta lo davano in rimonta, ma sempre perdente: e invece ha perso per 20 mila voti, ma poi ha vinto lo stesso, perché Bersani è andato a sbattere da solo.
Di fatto, il Governo Letta è cosa sua. Lunico tassello che non trova ancora posto in questo Governo è la storia dellImu: il Cavaliere i suoi scudieri, in testa Renato Brunetta, continuano a dire che lImu dovrà scomparire,mentre Letta si dichiara contrario alrelax fiscale. Tolto lImu, il nuovo Governo, nelle cose che contano, è berlusconiano.
Ma se le sue mosse romane sono decifrabili, quando cèdi mezzo la Sicilia il Cavaliere si trasforma in doppio e triplo giochista. Le nomine dei sottosegretari, per esempio.
Di fatto, Gianfranco Miccichè e Giuseppe Castiglione – nominati, rispettivamente, sottosegretari alla Presidenza del Consiglio con delega alla Pubblica amministrazione e allAgricoltura – sono quelli che, ormai ufficialmente, hanno fatto perdere a Nello Musumeci, cioè al candidato dello stesso Pdl, la corsa per la presidenza della Regione.
Miccichè lo ha fatto forse non rendendosene conto, candidandosi contro Musumeci. Castiglione, che in realtà segue le mosse del suocero, il potente senatore Giuseppe Firrarello (che in realtà non è più senatore, ma il titolo gli è rimasto come ingiuria),lo ha fatto in modo felpato, se è vero che i firrarelliani di Catania e provincia hanno fatto votare per Rosario Crocetta.
Con le due nomine nel Governo Letta, Berlusconi ha certificato, premiandolo, il lavoro svolto – consapevolmente (Firrarello) o inconsapevolmente (Miccichè) – dai suoi in Sicilia.
Resta da capire perché il Cavaliere ha fatto candidare Musumeci per poi mandarlo a sconfitta sicura. Chissà, forse in questa strana partita della quale, ancora oggi, si conosce poco gli uimini di Berlusconi la sano più lunga di quanto non sembri (forse una chiave di lettura potrebbero essere gli accordi siglati a Termini Imerese, qualche anno prima delle elezioni regionali, tra il Pd di Giuseppe Lumia, sponsor di Crocetta, e lo stesso Miccichè, allombra del potente ingegnere Nino Bevilacqua: e qui parliamo di porti, strade, autostrade ).
Ma, affari a parte, un altro dato politico che emerge è il modo con il quale si incastra, nelle vicende del Pdl siciliano, la promozione di Miccichè. In questo caso spicca una contraddizione: chi, a Palermo e provincia, ha difeso il Pdl ufficiale e quindi, almeno apparentemente, Berlusconi, prima dal Pdl Sicilia (prima invenzione di Miccichè per far fuori dal Governo regionale di Raffaele Lombardo gli avversari del suo stesso Partito, cioè lo stesso Pdl); poi Forza del Sud (seconda invenzione di Miccichè); e poi Grande Sud (terza invenzione di Miccichè) viene penalizzato. Mentre Miccichè, che di fatto ha sfasciato il Pdl a Palermo, viene premiato.
La scorsa estate estate si diceva che la candidatura di Miccichè contro Musumeci era, in realtà, una prova di forza per dimostrare a Berlusconi che in Sicilia, senza lo stesso Miccichè, il centrodestra perdeva. In quei giorni sembrava che Berlusconi fosse un po’ ‘freddo’ con Angelino Alfano.
Ma questi giorni – con la nomina di Alfano a vice premier: nomina voluta da Berlusconi – dimostrano l’esatto contrario.
Anche questa, da parte del Cavaliere, è una strategia? A Roma sì, è una strategia. Ma in Sicilia, secondo noi, è solo la vecchiaia
Vi spiego il Pdl, da Roma alla Sicilia