Apparentemente due capannoni destinati alla lavorazione di infissi in ferro e in alluminio, ma in realtà le strutture venivano utilizzate come centro di smontaggio di automobili, anche di lusso, rubate in tutta la Sicilia. A scoprire l’attività illegale, gli agenti del nucleo giudiziario della polizia provinciale del capoluogo etneo e i carabinieri della compagnia di Paternò, insieme ai colleghi del comando stazione di Belpasso. 

Le indagini sono scattate grazie al segnale di un gps montato su una delle vetture rubate in un paesino della provincia di Catania. Lo strumento di localizzazione ha portato le forze dell’ordine in una strada secondaria di via Mantegna, all’interno del Villaggio delle Ginestre, tra Belpasso e Camporotondo Etneo. Al loro arrivo le forze dell’ordine hanno trovato due uomini P.G. di 52 anni e D.B.G. di 29 anni, entrambi di Misterbianco, intenti a manomettere i numeri identificativi del telaio di un’automobile ancora da immatricolare, rubata nella sede di un concessionario auto della provincia di Messina. 

Dentro i capannoni otto auto ancora integre, tra cui una Porsche. Sono state trovate inoltre numerose parti meccaniche e di carrozzeria provenienti dallo smantellamento degli automezzi rubati che, opportunamente catalogati e stoccati, erano pronti per essere immessi nel mercato nero degli autoricambi. Merce che veniva venduta attraverso il contatto con i potenziali acquirenti che, osservando la merce su internet, avrebbero proceduto all’acquisto con carte di credito.  

I due uomini fermati sono stati denunciati a piedi libero dalla magistratura con l’accusa di ricettazione e riciclaggio. È in corso l’attività di catalogazione delle parti rubate, che permetterà di risalire ai mezzi e avvisarei proprietari.