Una dimenticanza non trascurabile che ha fatto iniziare in ritardo i controlli. «Abbiamo provato a negoziare per avere un'ora in più - lamenta il sindaco Daniele Motta - ma non c'è stato niente da fare». Una ventina di macchine in fila non hanno avuto il test
Belpasso, medici si presentano al drive-in senza tamponi Liberti: «Li hanno dimenticati. Prenderò provvedimenti»
Una squadra di quattro medici si è presentata al drive-in di Belpasso, organizzato ieri – domenica 31 gennaio – per sottoporre ai test del Covid-19 la popolazione, senza tamponi. A denunciare quanto accaduto durante quella che ha definito «una giornata pessima» è stato il sindaco Daniele Motta che ha messo in fila le «troppe cose spiacevoli» che sono successe.
Solo quattro operatori sanitari per lo screening, che in un primo momento era stato pensato per essere riservato alla popolazione scolastica, che nel pomeriggio si sono ridotti a tre. I controlli sono iniziati in ritardo rispetto all’orario previsto perché i medici non avevano con sè i tamponi. «Li avevano dimenticati e sono dovuti tornare indietro a prenderli – spiega a MeridioNews il commissario Covid della città metropolitana di Catania Pino Liberti, dopo essere stato informato dell’accaduto da questa testata – Mi scuso con il primo cittadino e con tutta la popolazione belpassese. Non per giustificare ciò che è successo, ma per garantire lo screening con i drive-in abbiamo dovuto raccattare anche personale alla prima o alla seconda esperienza».
Preso atto della non trascurabile dimenticanza, il commissario assicura che «chiamerò i medici sprovveduti per farmi rapportare quanto accaduto per poi prendere provvedimenti nei loro confronti. Più di questo – ammette – non posso fare». Ma non è l’unica assurdità che ha riguardato il drive-in di domenica a Belpasso. Tempi di attesa triplicati per le persone in fila in macchina ad aspettare il proprio turno «mentre noi – spiega il sindaco Motta – cercavamo di negoziare per avere almeno un’ora in più, dato il ritardo con cui si era iniziato».
Niente da fare: «Alle 18.25 i medici non hanno sentito ragione e se ne sono andati, lasciando così una ventina di macchine ancora da fare. E no – sottolinea il primo cittadino – non erano finiti i tamponi come qualcuno erroneamente ha detto». I tamponi ci sarebbero anche stati ma a mancare è stata la disponibilità di chi avrebbe dovuto farli. «Io non sono stato contattato – dice Liberti – ma se lo avessi saputo avrei costretto gli operatori a rimanere e portare a termine lo screening». Tra gli esclusi anche proprio il sindaco. «Avrei voluto fare l’ultimo tampone della giornata, ma è stato impossibile».