Tanti i disagi dei residenti della cittadina etnea dopo la sospensione dei lavori nell'agenzia a causa dei contagi da Covid-19. Molti sono stati costretti a rivolgersi a enti privati. «Una comunità di 20mila abitanti dovrebbe avere più servizi», dice un utente
Belpasso, ancora chiuso l’ufficio postale di via S. Giuseppe Sindaco: «Incontrerò la dirigenza per avere chiarimenti»
«Avviso chiusura temporanea ufficio. Dal 29 aprile al 17 maggio questo ufficio postale sarà chiuso per problemi tecnici». Questo il cartello che da qualche settimana gli utenti abituali dell’ufficio postale di via San Giuseppe di Belpasso si ritrovano affisso in bella mostra nella porta d’ingresso. In realtà, i motivi della temporanea chiusura, più che tecnici, sono di natura precauzionale e si devono ad alcuni casi di Covid-19 riscontrati tra alcuni dipendenti. Senza nulla togliere all’opportunità del provvedimento, i contagi infatti per quanto in diminuzione, rimangono sempre un rischio con il quale si convive da più di un anno, non si possono non segnalare i disagi provocati dalla sospensione del servizio postale, che di fatto ha concentrato tutto sull’unica Agenzia rimasta aperta nella cittadina. La struttura di via II retta levante, infatti, da qualche giorno è costretta a fare i conti con il raddoppio dell’utenza, con tutte le conseguenze che è facile immaginare.
Le lunghe file, e il contingentamento degli ingressi, hanno suggerito a molti di rivolgersi alle poste private, anch’esse costrette a rivedere gli abituali ritmi, ma il disagio rimane. Sull’argomento la nostra redazione ha contattato il sindaco Daniele Motta: «Ho saputo della questione ufficio postale di via San Giuseppe – commenta – Ritenevo che la chiusura fosse più breve o che provvedessero a sostituire i dipendenti assenti, ma così non è stato. Sapendo i disagi dell’utenza locale, subito mi farò parte attiva con la dirigenza delle Poste per capire le tempistiche circa la riapertura e far pressione affinché sia il prima possibile». «La sospensione del servizio – ha dichiarato stamattina un utente in fila è un fatto grave – ma ancora più grave è che in un paese con più di 20mila abitanti ci sia lo stesso numero di uffici postali di 50 anni fa, dei quali uno non sempre operativo».