Accessi ispettivi in alcune case di riposo per anziani per reprimere il fenomeno dei lavoratori in nero che usufruiscono del reddito di cittadinanza. I carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro in una struttura ricettiva hanno identificato 15 lavoratori, di cui undici in nero. Tra questi sette percepivano il sussidio in quanto, con falsa attestazione all’Inps, avrebbero dichiarato di trovarsi in stato di bisogno.
Le indagini, durate alcuni giorni e supportate da attività di osservazione e pedinamento, hanno consentito di documentare che sette persone venivano impiegate in attività per lo più in orari notturni, così da ridurre la possibilità di essere smascherati. Agli impiegati venivano corrisposte retribuzioni non conformi ai contratti collettivi del settore, non erano formati ed informati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e non venivano sottoposti a visite mediche attestanti l’idoneità.
I furbetti del reddito di cittadinanza sono stati tutti denunciati. Con il sequestro delle le carte sono state recuperate somme, indebitamente percepite per 32mila euro. Il datore di lavoro, oltre ad essere stato denunciato per avere installato un impianto di videosorveglianza senza autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro, dovrà pagare sanzioni amministrative per 93mila euro e versare contributi assicurativi e previdenziali per 20mila euro.
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