Banche, politica, caro gasolio: e la Sicilia affonda

Il 2012 è stato un anno tragico per l’intera economia dell’Isola e ancora di più per l’economia delle piccole e medie imprese, che per anni hanno sostenuto l’intera Regione.

Lo dichiara la Confartigianato di Enna che, come associazione di categoria, si sente tradita da politica e istituzioni, che a singhiozzo, hanno sostenuto nel corso di quest’anno la piccola impresa, quando invece avrebbero dovuto farlo con una certa regolarità. Perché puntare alla qualificazione delle produzioni, al miglioramento qualitativo, alla sicurezza dei processi di lavorazione, vuol dire anche contribuire alla crescita economica generale del Paese della Regione e del mondo dell’artigianato, spina dorsale dell’economia nazionale.

Il tessuto connettivo dell’artigianato è stato calpestato con scarpe chiodate in tutti i suoi fronti, non si riesce a riscontrare una nota positiva che abbia facilitato il lavoro alle imprese. Partiamo con i crediti vantati dalle Piccole e medie imprese Pmi) nei confronti della pubblica amministrazione. Ricordiamo come lo stock dei crediti vantati dalle aziende verso la mano pubblica ha raggiunto cifre da capogiro, ingrossatasi ancor di più con l’allungamento a dismisura dei tempi di pagamento. La pubblica amministrazione provinciale e comunale fa aspettare, quando va bene, in media 141 giorni prima di pagare le imprese: in pratica, il 28.4% in più rispetto al tasso medio nazionale di 113 giorni. (a sinistra, foto tratta da lavocedellisola.it)

“Per le aziende – si legge sempre nel comunicato – una zavorra sempre più insostenibile, con la crisi che morde e il credito bancario che si riduce, senza tralasciare il fatto che le imprese, nonostante tutto, debbono pagare l’Iva entro 30 giorni.

“Le banche, che avrebbero dovuto sostenere l’ economia siciliana attraverso risorse economiche, a nulla sono serviti, se non ad impoverire ancor di più le imprese dell’Isola, comprando denaro all’1% e acquistando titoli di Stato all’ 8%, per non parlare della sfiducia nei confronti delle imprese artigiane”.

Infatti un’impresa meridionale, per ottenere un finanziamento a breve termine, paga il denaro con un tasso medio effettivo del 5.05% rispetto al tasso medio nazionale del 4.28% e la situazione più critica non poteva non essere che a Enna e Caltanissetta dove il tasso arriva al 7.7%.

“I cittadini -osserva sempre la Confartigianato di Enna – sono stati ingannati e buggerati in maniera eclatante con il prezzo del carburante, che è sceso e poi è di nuovo risalito alle stelle, con il fine ultimo di rimpinguare le ‘casse’ dello Stato.

Per la Confartigianato ennese si tratta di “una situazione insostenibile che, sommata all’aumento complessivo dei costi energetici per le bollette di luce e gas, mette a rischio la ripresa dell’economia”.

A subire gli effetti del caro carburanti, sottolinea l’associazione di categoria, “sono in primis le imprese artigiane che in questo momento consumano grandi quantità di gasolio .L’aumento dei costi energetici colpisce in realtà l’intero sistema agroalimentare, produzione, trasformazione e distribuzione, dove si stima che i costi di trasporto e della logistica siano circa un terzo del totale”.

La situazione è drammatica, sempre secondo la Confartigianato di Enna: “Gli imprenditori hanno visto raddoppiare in meno di un anno il prezzo del gasolio, con un onere aggiuntivo di circa 5 mila euro ad azienda”.

“La Confartigianato come associazione di categoria è vicina al mondo delle imprese di produzione e non intende terminare il dialogo con le istituzioni, puntando alla salvaguardia della libera professione – afferma il segretario regionale di Confartigianato, Salvatore Puglisi (foto in alto a destra)- ma in molti casi, però, le banche, la politica e le amministrazioni invece che aiutare il mondo dell’artigianato gli hanno messo i bastoni tra le ruote, non riuscendo mai a trovare il bandolo della matassa perché troppo impegnate a litigare su questioni ed argomenti marginali, magari di poltrone da assegnare, perdendo di vista le gravi problematiche legate al piccolo imprenditore”.

“Restiamo col volto compassato, di fronte alle decisioni prese dalla politica in ambito provinciale e comunale. Mentre l’economia, le imprese, il mondo agricolo il turismo e l’artigianato subiscono questi gravosi problemi, tenendo conto dell’ipotetica scomparsa della Provincia di Enna i politici locali in questo momento sono tutti impegnati a decidere su chi candidare per l’ultima volta in provincia di Enna, per le prossime elezioni regionali programmate per ottobre”.


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