Avola, Caldarella tenta salto da consigliere a sindaco «Mia coalizione un’accozzaglia? Diversità è ricchezza»

Sono quattro le liste a sostegno del candidato a sindaco della città di Avola Pino Caldarella. Il medico, classe 1954, può vantare un’ampia esperienza politica alle spalle: dal 2007 al 2012 è stato consigliere comunale di maggioranza durante i cinque anni del mandato del sindaco Antonino Barbagallo e poi consigliere comunale di opposizione durante l’amministrazione di Luca Cannata. L’attuale capogruppo del Pd di Avola già nei primi anni ’90 aveva corso, senza risultato, per la poltrona di primo cittadino con il Partito Socialista Sicilia.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Non è una mia esigenza personale, ma è nata dopo aver osservato per anni che abbiamo avuto un governo della città che è stato solo a vantaggio dell’interesse di pochi, dei poteri forti e delle famiglie ricche. Io che faccio il medico di base ho avuto modo di entrare in contatto con altri cittadini che sono quelli di cui mi prenderei più cura anche da sindaco».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«La priorità per noi è correggere i danni fatti dall’attuale amministrazione, a iniziare dal piano regolatore che attualmente è inapplicabile e che penalizza i nostri concittadini. Altro punto importante è evitare le esternalizzazioni e mettere in pratica la rotazione dei funzionari comunali. Evitare favoritismi nell’ambito dei servizi sociali che, in questi anni, non hanno seguito regole precise per l’assegnazione delle borse lavoro. Tutto questo lo faremo seguendo i principi della trasparenza e delle legalità e ci faremo promotori di un protocollo d’intesa con l’Anac, perché ad Avola non si fanno gare d’appalto».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Sono nato socialista e precedentemente ammiravo quelle figure di riferimento della politica nazionale, adesso per me Matteo Renzi rappresenta una persona che posso criticare ma che apprezzo di più, perché mi dà l’idea di qualcuno che vuole fare le cose e impegnarsi davvero per realizzare qualcosa di nuovo. Ho criticato e non ho condiviso la scelta dei fuoriusciti dal Partito democratico perché non si abbandona la barca se c’è una piccola falla ma si cerca insieme di rimediare».

In caso di ballottaggio, con chi si alleerebbe eventualmente nel secondo turno?
«In caso di ballottaggio io credo che tutte le forze che sono in campo che non sono con Luca Cannata sicuramente darebbero l’appoggio a me, perché c’è concordanza nel riconoscere le difficoltà che sta vivendo la città di Avola. Per ora ognuno ha deciso di correre da solo per esprimere le proprie possibilità e questo rende la scelta dei cittadini più democratica».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Sicuramente è Luca Cannata, ma lo temo solo dal punto di vista elettorale, non personale».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Non ci sono pregi. È stata un’amministrazione che ha operato facendo scelte solo per l’interesse e il vantaggio di pochi».

Inizialmente il candidato a sindaco del gruppo sarebbe dovuto essere Corrado Santuccio (attuale segretario del circolo del Pd di Avola). Poi cosa è successo?
«Per cinque anni abbiamo lavorato cercando anche di individuare una figura che ci potesse rappresentare nella tornata elettorale. L’avevamo individuata in Corrado Santuccio, uomo politico serio e per bene. Però c’era anche la necessità di avere una coalizione forte che aggregasse il più possibile e, quindi, si è convenuto che io potevo essere la figura pacificatrice per gli eventuali spigoli che possono esserci fra i partiti perché ero il fattore unificante del gruppo. Corrado Santuccio rimane comunque il mio braccio destro presente in prima fila. Però, questa era la scelta giusta perché io posso davvero essere il sindaco di tutti».

La accusano di avere creato una sorta di accozzaglia politica. Lei come risponde?
«È vero che in squadra ci sono elementi di centrodestra, centristi, moderati e persone di sinistra. Un gruppo di persone serie e per bene con storie ed estrazioni politiche, sociali ed economiche diverse ma che si sono ritrovate perché accumunati da valori quali la libertà e la dignità che non vogliamo né negoziare, né svendere per altre cose. Anzi, avere più figure con una crescita politica diversa è un fattore aggiunto e una ricchezza».


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