Antonio Galvano lascia una figlia e la moglie incinta del secondogenito. Era salito sul tetto del capannone dove lavorava per verificare le infiltrazioni d'acqua ed è precipitato dal lucernaio in plastica. «Non ci saremmo mai aspettati che un incidente del genere accadesse dentro casa nostra», racconta il responsabile
Augusta, il capo officina morto sul posto di lavoro Sul tetto aveva avvisato il collega: «Stai attento»
È morto cadendo da un’altezza di circa dieci metri Antonio Galvano, l’operaio 38enne originario di Augusta e residente a Cassibile, che è rimasto vittima di un incidente nell’officina dell’azienda di cui era dipendente, a Valco Cantara, tra Augusta e Priolo Gargallo.
Da 12 anni lavorava per la Sep costruzioni Srl, una azienda che opera, sia in Italia che all’estero, nel settore delle costruzioni e manutenzioni meccaniche industriali. «Antonio era il nostro capo officina e ieri, da buon capo officina – spiega a Meridionews il direttore commerciale della Sep costruzioni, Alessandro Fornasari – dopo una settimana di pioggia, ha visto qualche goccia di troppo cadere all’interno del capannone e si è premurato di salire sul tetto per andare a controllare se ci fosse qualche punto in cui era necessario ripristinarlo».
Da una prima ricostruzione, sembra che l’operaio sia caduto dopo aver calpestato il lucernaio in plexiglass della struttura. «Camminavano su quel tetto da più di dieci minuti – racconta Fornasari – e quando erano saliti per prendere le misure Antonio aveva detto al collega che era con lui “stai attento a dove metti i piedi, che sulla plastica non si deve camminare”. Inoltre – precisa il direttore commerciale che da oltre 15 anni lavora per l’azienda – solitamente su quel tetto non si va e non ci si lavora mai, perché non è un posto di lavoro. Antonio però aveva molta esperienza ed era già salito sul capannone un altro paio di volte a fare sempre altre operazioni di controllo di questo tipo».
Le indagini sulla dinamica e sulle cause dell’incidente sono condotte dai carabinieri di Siracusa e di Augusta che, su disposizione della Procura, hanno sequestrato l’area in cui si è verificato l’incidente e interrogato gli operai che si trovavano sul posto e che hanno prestato i primi soccorsi al collega.
«Lavoriamo tutto l’anno in ambienti molto più pericolosi di un’officina, come le raffinerie – spiega Fornasari – e ci assicuriamo sempre che la sicurezza dei nostri operai sia al cento per cento. Non ci saremmo mai aspettati che un incidente del genere accadesse dentro casa nostra e siamo disperati per la perdita di Antonio». L’operaio lascia una figlia piccola e la moglie in attesa del secondogenito.