Assestamento di Bilancio: il Commissario dello Stato scrive al presidente dell’Ars

La notizia è ormai ufficiale: l’ufficio del Commissario dello Stato ha inviato una nota al presidente dell’Ars, onorevole Giovanni Ardizzone, chiedendo notizie circostanziate sull’audizione in Commissione Bilancio e Finanze del presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo.

Non appena la notizia si è diffusa negli uffici dell’assessorato regionale all’Economia si è esploso il panico. Per un motivo semplice: perché quella

Il Commissario dello Stato per la Regione siciliana, Prefetto Carmelo Aronica

che sembrava un’indiscrezione alla quale l’assessore regionale, Luca Bianchi, e il Ragioniere generale della Regione, Mario Pisciotta, non davano alcun peso, è diventata, improvvisamente, una possibile certezza: gli uffici del Commissario dello Stato stanno vagliando attentamente la legge di assestamento di Bilancio.

Ieri LinkSicilia, tirando un po’ a indovinare, ha ipotizzato che IL Commissario dello Stato, Prefetto Carmelo Aronica, potrebbe impugnare la legge di Assestamento di Bilancio. La nostra ipotesi nasce dal fatto che Governo e Ars, nella manovra di assestamento di Bilancio (legge approvata qualche giorno fa dall’Ars e da due giorni al vaglio degli uffici del Commissario dello Stato per la Regione siciliana), non hanno ottemperato a un’indicazione precisa della Corte dei Conti. Proviamo a ricostruire, in sintesi, cosa potrebbe essere successo e cosa potrebbe succedere martedì, quando il Commissario dello Stato farà conoscere il proprio parere sulle leggi approvare dall’Ars che sta esaminando.

Alcune settimane fa, in sede di ‘parifica’ di Bilancio, la Corte dei Conti non ha solo segnalato la presenza di un’ingente massa di “residui attivi” (entrate improbabili, se non impossibili), ma ha stigmatizzato l’assenza di una sorta di fondo di garanzia per fronteggiare queste probabili ancate entrate.

La magistratura contabile ha chiesto a Governo e Ars di ricostituire questo fondo. Per tutta risposta il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore Bianchi hanno convocato una conferenza stampa annunciando che avrebbero provveduto d’urgenza.

Come, però, capita spesso (forse troppo spesso) al presidente Crocetta, alle parole non sono seguiti i fatti.

Numeri alla mano, per fronteggiare circa 3,5 miliardi di euro di “residui attivi” (cioè di entrate di bilancio incerte) occorrerebbe un fondo di almeno 400-450 milioni di euro.

Il Governo, in sede di Assestamento di Bilancio, ha previsto un fondo di garanzia pari a circa 125 milioni di euro. In pratica, un quarto di quanto servirebbe.

Non solo. Il problema è che, di questo fondo di garanzia approntato dal’accoppiata Bianchi-Pisciotta, 80 e passa milioni di

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

 

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

euro sono rigorosamente evanescenti. Si tratta, infatti, di residui contabili che esistono solo nella fantasia, in verità sempre fervida, dei soliti dirigenti dell’assessorato all’Economia.

Il bello è che, con eleganza, qualche giorno prima che l’Ars varasse l’Assestamento di Bilancio, il presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti, Graffeo, in audizione in Commissione Bilancio e Finanze, aveva ribadito la necessità di un congruo fondo rischi.

Il dottore Graffeo non ha quantificato la cifra, lasciando alla responsabilità del Parlamento dell’Isola l’invividuazione della cifra da appostare nel fondo di garanzia.

Ars e Governo, a quanto pare, in sintonia con la Ragioneria generale della Regione del dottore Pisciotta, sarebbero stati un po’ meno ‘responsabili’ del previsto, sistemando, nel fondo di garanzia, solo i soldi dell’ex Tabella H impugnata (appena 36 milioni di euro), più di 80 milioni di euro di soldi che non ci sono. Mentre 115 milioni di euro di soldi veri Governo e Parlamento siciliano li hanno utilizzati per prorogare fino a dicembre i contratti dei 23 mila precari degli enti locali.

Sembra che i magistrati della Corte dei Conti non sarebbe ‘felici’ di quanto fatto da Governo e Ars. Ed è anche logico: hanno chiesto a Governo e Parlamento dell’Isola di costituire un fondo di garanzia di 400-450 milioni di euro e, per tutta risposta, hanno preso atto della costituzione di un fondo di garanzia di appena 36 milioni di euro a fronte di probabili mancate entrate pari a 3,5 miliardi.

Sotto il profilo tecnico-finanziario, il fondo di garanzia di 36 milioni di euro non garantisce alcunché: ci vogliono molti più soldi. 

Da qui la lettera del Commissario dello Stato al presidente dell’Ars, Ardizzone. Dove ad essere importante non è tanto il contenuto, quanto la forma. Perché il dottore Graffeo, durante i lavori della Commissione, è stato sobrio ed elegante.

Di questa lettera è importante l’aspetto, come dire?, “semeiotico”. Il segno – o se preferite il segnale – che gli uffici del commissario dello Stato stano vagliando l’ipotesi di impugnare l’Assestamento di Bilancio.

Se questo avverrà, Governo e Ars dovranno trovare i soldi – non meno di 300 milioni di euro – per costituire il fondo di garanzia. E dovranno trovarli prima di Ferragosto…

 


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