Assemlea d’ateneo

Lunedì 8 novembre 2004 ore 11,00. Palazzo Centrale dell’Università di Catania, aula 3. Assemblea d’ateneo.

Aula 3 gremita, ma non quanto ci si aspettava per la tanto attesa assemblea d’Ateneo che vede la partecipazione oltre che di alcune delegazioni delle facoltà dell’ateneo, anche di esponenti sindacali come Gianna Cioni e Salvo La Giglia della CIGL, e Rinzivillo della UIL. Dalle  prime parole di La Giglia, tra l’altro moderatore dell’assemblea, si capisce subito quali toni prenderà l’assemblea: vogliamo che l’università rimanga pubblica – afferma La Giglia – le precarizzazioni sono il primo muro da abbattere.

Apre le discussioni il ricercatore dott. Attilio Scuderi, docente di letterature comparate della facoltà di lingue. I punti contro i quali Scuderi crede non bisogni transigere sono: la messa in esaurimento dei ricercatori e quindi la precarizzazione di molti contratti del personale dell’università, l’assenza di una vera politica dello studio, la restrizione delle risorse finanziarie per la ricerca , la formazione e l’imposizione della revisione dei nuovi ordinamenti didattici senza che si sia avviato un bilancio approfondito della loro fase di avvio. Catania si è mossa tardi – continua Scuderi –  bisogna recuperare il tempo perduto. Questa Riforma fa morire l’Università pubblica e impoverisce la formazione degli studenti.

Dopo alcuni interventi la parola passa al Preside della facoltà di Lingue, vera fiamma scatenante della mobilitazione, il professore Antonio Pioletti, che è estremamente perentorio nel dare un forte significato a questa settimana di mobilitazione, un significato grave, di protesta. Il problema – secondo Pioletti – non è cosa accadrà, ma cosa facciamo noi  perché il DDL venga ritirato. Bisognerebbe fare il punto sul fallimento del 3+2. Non è vero che lo studente è stato messo al centro della Riforma – continua il Preside –  la struttura degli ordinamenti non è fatta per lui. La fase che ci spetta è di trovare forme di mobilitazione per essere uniti in tutte le facoltà. E’ fondamentale che siamo noi a porre in essere i progetti di crescita della pubblica università.

Infine, la parola spetta a Gianna Cioni, presidente nazionale della CIGL : i precari rappresentano il 50% dell’occupazione universitaria e svolgono un ruolo protagonista – spiega la Cioni – l’università non deve avere paura di fare valutazioni. La valutazione non è solo quella del ministro. Questa riforma – continua il presidente di CIGL – getta via i giovani ricercatori, creando una frattura generazionale. Questa mobilitazione settimanale è solo l’inizio, dobbiamo tenerla in vita, dobbiamo costruire una valida alternativa.

Da notare gli interventi del professore Nunzio Famoso di Lingue e dei professori Sciotto e Schiacciano di Scienze Politiche. Assenti delegazioni di molte facoltà.

 

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Salvo Angemi

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