La Icr di Roma e la Gda di Galatina (Lecce) si sono aggiudicate le gare indette dall'azienda sanitaria per acquistare oltre quattro milioni di dispositivi. La prima ditta commercia anche prodotti realizzati vicino Wuhan, la seconda ha riconvertito la produzione
Asp Catania, in arrivo una maxi-fornitura di mascherine Vendute da imprese specializzate in cancelleria e tessili
Che i dispositivi di protezione individuale, mascherine in testa, potessero diventare un mercato florido è stato prevedibile sin dall’inizio della pandemia. Così come i tentativi di aziende di altri settori di trovare posto nelle filiere per recapitarli ai cittadini. Una nuova dimostrazione arriva dall’Asp di Catania, dove nell’ultimo mese sono state aggiudicate due grosse forniture: oltre quattro milioni di mascherine per una spesa complessiva che si aggira intorno ai 350mila euro.
La prima – quasi due milioni e mezzo di pezzi – è andata alla Icr spa, impresa romana che ha negli articoli di cancelleria il fulcro della propria attività. Da quando però è scoppiata la pandemia, l’azienda ha introdotto nel proprio portafogli anche le mascherine chirurgiche. Sul sito sono rintracciabili due prodotti, entrambi registrati nell’elenco dei dispositivi medici del ministero della Salute: entrambe rappresentate in Europa da aziende olandesi, sono fabbricate la prima a Hong Kong e la seconda a Xiantao, città della provincia dello Hubei che dista un’ottantina di chilometri da Wuhan, il luogo dove si ritiene sia comparso per la prima volta il Covid-19.
La Icr ha vinto la gara superando la concorrenza di oltre trenta imprese e proponendo un prezzo unitario di meno di nove centesimi a mascherina su una base di partenza fissata a 48 centesimi. A tentare di accaparrarsi la gara d’appalto erano state aziende – alcune non ammesse per mancanza di requisiti – che risultano specializzate nella vendita di prodotti informatici, di telefonia e perfino nell’arredamento. A partecipare è stata anche la Gda – acronimo di Gruppo Decorartex Accessori – di Galatina, in provincia di Lecce.
L’impresa, che durante la prima gara aveva offerto un prezzo unitario di quasi dieci centesimi, si è aggiudicata la seconda fornitura. In questo caso l’Asp di Catania ha deciso, sulla scia di quanto previsto dal decreto Semplificazioni, di invitare a fare una proposta economica le imprese che si sono piazzate ai primi cinque posti della graduatoria precedente. Base d’asta, in questo caso, gli 0,089 euro proposti da Icr nella prima gara. Tre le offerte arrivate, con la Gda che ha avuto la meglio proponendo 0,079 euro per ogni mascherina. Prezzo a cui l’azienda sanitaria etnea acquisterà oltre un milione e 839mila dispositivi utili a coprire un fabbisogno di tre mesi, riservandosi la possibilità di prorogare il contratto per altri tre mesi.
La Gda, che ha dato la garanzia di avere pronte le prime 500mila mascherine e di fornire la parte mancante a sette giorni dall’ordine, in primavera è finita sulle pagine dei giornali per la decisione di riconvertire la produzione di tessuti utilizzati anche per confezionare abiti per personaggi dello spettacolo come Lady Gaga, Nicole Kidman o il cantante Achille Lauro, e dedicare il lavoro degli operai alla realizzazzione dei dispositivi di protezione. «Sono da donare ai galatinesi e se la produzione lo permetterà anche agli enti ospedalieri che ne hanno bisogno», aveva dichiarato a marzo l’imprenditore Perluigi Gaballo a Repubblica. L’impresa pugliese ha poi deciso di puntare a tutti gli effetti nel settore, dedicando un capannone alle mascherine. «Si differenziano dalle più comuni viste in circolazione per affidabilità e garanzia, un autentico prodotto made in Italy», si legge nel sito.