«Una cosa schifosa, non siamo bestie ma persone, e come tali vogliamo essere trattati». Non usa mezzi termini la signora Salvatrice, in fila allAsp di via Pasubio per cercare di rinnovare la sua esenzione dal ticket per i disoccupati (codice E02), per descrivere la situazione che si è trovata ad affrontare. Dopo la decisione da parte dellAssemblea regionale siciliana di dare solo allAsp, Azienda sanitaria provinciale, lautorizzazione al rilascio delle esenzioni e quindi dire basta alle convenzioni con i patronati che seppure aiutavano le persone nello smaltimento delle pratiche costituivano comunque una spesa in termini economici per la Regione Siciliana, la gente è costretta a rivolgersi allunico presidio autorizzato con conseguente disagi e disservizi.
E sono in tanti quelli che vengono di notte per scrivere il proprio nome in una lista cartacea, approntata sul momento, e iniziare l’indomani una lunga fila per ottenere il rinnovo in tempi brevi. Ma non è detto che ci riescano. «Sono arrivata alle cinque del mattino, ma ho trovato oltre cento persone in attesa dellapertura degli uffici e ora sono le 11 e sto ancora aspettando», racconta Salvatrice. E il suo non è neanche il primo tentativo: «Ero già venuta ieri, ma verso le otto e non ho fatto in tempo, quindi eccomi di nuovo qui», commenta.
Pina Currao è arrivata un paio dore dopo rispetto a Salvatrice, «erano circa le sette e mezza», dice e davanti a sè ha trovato ben più di cento persone, «ne ho trovato più di trecento e chissà se riuscirò a risolvere oggi o dovrò tornare. E pensare che lanno scorso ho fatto tutto in mezzora al patronato», afferma. Per lei non è stato facile neanche fare aggiungere il suo nome alla lista approntata. «Ho dovuto farmi spazio tra la calca, ricevendo anche spintoni e gomitate». E in effetti è tanta, tantissima la gente che si ammassa nel salone dellAsp di via Pasubio in attesa del proprio turno rendendo laria quasi irrespirabile. «Sono dovuta uscire perché, asmatica, mi sono sentita mancare laria. E pensare che qui ci sono anche bambini, anziani e donne incinte», dichiara Letizia Distefano, anche lei in attesa dalle sette e trenta di questa mattina. «Capisco che devono lavorare in un contesto difficile e con grandi numeri, ma non si fa così, la sicurezza deve essere garantita sempre e di certo, almeno allorario di apertura, non cera», lamenta. «Una vera propria giungla sotto tutti i punti di vista», aggiunge Salvatore Giuffrida.
Non solo. La signora M. Seminara, ha solo 53 anni, ma molti problemi di salute tra cui disturbi al cuore e di diabete. Per le persone come lei però, non cè una corsia preferenziale. «Sono qui dalle sei e mezza e sembra che finalmente si stia avvicinando il mio turno. Ho premura di tornare a casa spiega perché sono già in ritardo con la mia iniezione giornaliera di insulina e non vorrei sentirmi male».
Alla grande folla, che non si comporta esattamente in modo civile in tali situazioni anche a causa dellesasperazione, va aggiunto il fatto che la sala non è capace di ospitare tutte queste persone che vengono per rinnovare il proprio certificato di esenzione ticket e mancano schermi elettronici ed elimina code per organizzare la fila. «Mi hanno rubato il numero dalle mani, una tizia ha finto di essere incinta per cercare di passare e qualcun altro ha approfittato dellassenza di chi ha rinunciato facendosi scanbiare per lui», racconta Pietro Zappalà. E in mancanza degli elimina code, lui è uno di quelli che allapertura degli uffici si è messo a distribuire i numeri ai prenotati. Eppure non dovrebbero andare così le cose.
«Ci sono tre uscieri che la mattina danno i numeri alla gente, mi sembra strano che un signore si sia messo a distribuirli», riferisce a Ctzen la direttrice del distretto sanitario di via Pasubio, Agata Lanteri. Ammette il problema comunque: «Abbiamo 15 sportelli fissi e riusciamo a soddisfare circa 600 persone al giorno, ma gli aventi diritto sono tra gli otto e i dieci mila e tutti devono fare la richiesta in questo periodo dellanno come si fa per la dichiarazione dei redditi. Una situazione che non abbiamo voluto noi, ma che hanno deciso dalla Regione e, dati i numeri così grandi, purtroppo si riproporrà ogni anno». Poco o nulla si può fare dunque secondo la direttrice Lanteri che promette gli elimina code, «importanti per dare la percezione alla gente che tutta la struttura è aperta e a lavoro, e per rendere il nostro lavoro meno stressante», continua Lanteri, entro il mese di aprile. La richiesta sarebbe stata fatta a fine gennaio, «ma la ditta non li ha installati in tempo».
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