Rifiuti, Sicula Trasporti riduce ancora i conferimenti Le altre discariche non sono disponibili a sopperire

«La ricezione sarà limitata a 1200 tonnellate al giorno, secondo un oggettivo ordine di arrivo». La parcellizzazione dei flussi all’interno degli impianti della Sicula Trasporti non ha nulla a che vedere con il Covid. Il problema non sono gli assembramenti tra autocompattatori, ma la mancanza di spazio. E così, da qualche giorno, chi primo arriva meglio alloggia, mentre agli altri non resta che fare dietrofront con tutte le conseguenze del caso, a breve e medio termine. Quattro mesi dopo l’iniziale avvertimento sull’imminente chiusura della discarica, gestita dagli amministratori giudiziari, dopo il sequestro del sito ai fratelli Antonello e Salvatore Leonardi e il blitz Mazzetta Sicula, i sindaci di mezza isola cercano di capire il da farsi. Tra questi anche Salvo Pogliese, che a Catania amministra la città che pesa di più sul sistema di smaltimento della spazzatura, a causa di una differenziata che ancora arranca e in attesa che il discusso appalto settennale, del quale sono stati aggiudicati solo due lotti su tre, produca i primi effetti.

L’ultima comunicazione della Sicula risale a giovedì scorso. Annunciava che a partire dall’indomani i quantitativi di spazzatura in entrata sarebbero stati ridotti, a causa, si legge nel documento visionato da MeridioNews, della «difficoltà a reperire spazi di smaltimento dei rifiuti decadenti dalla lavorazione del rifiuto indifferenziato conferito presso l’impianto di Tmb in contrada Coda Volpe». Il tema, dunque, è quello di sempre: la capacità di abbancamento della Sicula Trasporti. A riguardo va ricordato che da tempo è pendente alla Regione una richiesta per un maxi-ampliamento, ma che finora non ha superato le criticità emerse dopo che il progetto è passato al vaglio della commissionte tecnica-specialistica che si occupa delle valutazioni ambientali. Tra i problemi ravvisati, peraltro, c’è lo stesso sovradimensionamento rispetto al fabbisogno dell’ambito territoriale che, secondo l’attuale normativa, la discarica dovrebbe servire. Ovvero, la provincia di Siracusa. È una storia, questa, che porta in primo piano decenni di gestione emergenziale del settore e la sfilza di deroghe che si sono seguite per trovare soluzioni tampone. Nella nota che Sicula ha inviato ai Comuni viene anche specificato che il quantitativo di 1200 tonnellate accolte dall’impianto di trattamento meccanico-biologico, nel giro di un paio di settimane, verrà ridotto a 750-800 tonnellate. Sempre, s’intende, che la società riesca a «rinvenire un sito dove conferire il rifiuto».

Tuttavia, come detto, l’annuncio non è una novità assoluta. Negli ultimi quattro mesi c’è stato chi si è chiesto se l’avvisaglia di marzo fosse stata un po’ allarmistica. Il governo regionale, dal canto suo, ha avuto il tempo per pensare a una contromossa, nella consapevolezza che l’indipendenza dai privati potrà essere raggiunta soltanto quando gli impianti pubblici di cui tanto si è parlato verranno concretamente realizzati ed entreranno in funzione. Nell’immediato le alternative proposte sono state due: portare la spazzatura fuori dalla Sicilia o ripiegare sulle altre discariche dell’isola, per un tempo utile a evitare una nuova emergenza. Se sul primo punto finora ciò che si è saputo sta nel risultato della manifestazione d’interesse lanciata dalla Regione, a cui però dovrebbero seguire gare a evidenza pubblica, sul secondo il traguardo dovrebbe essere più a portata di mano. Ma al contempo nelle ultime settimane si è fatto più complicato.

L’assessorato guidato da Daniela Baglieri già a maggio ha chiuso degli accordi con le altre società proprietarie delle discariche. C’è chi come Catanzaro Costruzioni ha fissato in duecento tonnellate giornaliere la quota supplementare di rifiuti in ingresso. Dopo però che Sicula Trasporti ha fatto presente di ridurre gli accessi, la Regione ha sondato nuovamente i privati alla ricerca di ulteriori spazi ma le risposte sarebbero state negative. Questo perlomeno è quello che si apprende leggendo la nota degli amministratori giudiziari. «A seguito dell’ultima comunicazione il dipartimento ha indetto una nuova conferenza per verificare le ulteriori disponibilità delle discariche site sul territorio regionale che però per varie problematiche non hanno dato riscontro positivo mantenendo i quantitativi contrattualizzati», riporta il documento. 

La resistenza più importante però sta arrivando da un impianto pubblico. A Gela, la discarica di Timpazzo di recente è stata autorizzata a raddoppiare i conferimenti, portando il limite giornaliero a circa 950 tonnellate. La decisione, che non riguarda un ampliamento del sito ma soltanto un aumento della quantità giornaliera di spazzatura che può essere abbancata, è stata però avversata da parte dei sindaci dei Comuni che fanno parte della Srr Caltanissetta Sud. Di recente i primi cittadini hanno proposto di ridurre la quota a 650 tonnellate e per una durata di quattro mesi. La sensazione, però, è che non potrebbe bastare.


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