Il parere è stato reso dalla commissione tecnico-specialistica della Regione ed è relativo al progetto presentato dalla società di proprietà delle famiglie Stabiumi e Lonati. Gli stessi che controllano l'ex Acciaierie Megara
Il termovalorizzatore vicino l’Ikea è sovradimensionato Impresa vorrebbe incenerire anche rifiuti recuperabili
«Si chiede di rivedere l’elenco dei rifiuti in ingresso». L’espressione, neutra, lontana da posizionamenti ideologici, è inserita in un parere definito intermedio – a sottolineare come si sia ancora lontani dalle fasi di autorizzazione alla costruzione – ma potrebbe bastare a riaccendere la discussione attorno alla possibilità di realizzare in Sicilia i termovalorizzatori. Il tema è tornato prepotentemente d’attualità a inizio mese, quando Nello Musumeci ha rotto gli indugi sottolineando la posizione favorevole su quelli che il governatore ha scelto di chiamare «termoutilizzatori», anche se di fatto alla base di tutto resta l’incenerimento dei rifiuti. Un’opzione che si contrappone alle discariche e, va da sé, ai privati che per trent’anni hanno avuto in mano il settore.
Il progetto su cui, pochi giorni prima della conferenza stampa del presidente e dell’assessora Daniela Baglieri, si è espressa la commissione tecnico-specialistica della Regione è quello proposto dalla SI Energy, una srl con 20mila euro di capitale sociale amministrata dal commercialista bresciano Giorgio Alberti, ma di proprietà delle famiglie Stabiumi e Lonati, noti industriali che in Sicilia controllano l’ex Acciaierie Megara, oggi Acciaierie di Sicilia. Ed è proprio a ridosso dello stabilimento della zona industriale di Catania, oltre che dell’Ikea e a circa tre chilometri dall’aeroporto Vincenzo Bellini, che si trova il terreno di oltre 67mila metri quadrati su cui dovrebbe sorgere il termovalorizzatore.
Il progetto, che è stato inviato alla Regione nel 2020, prevede la combustione di 555mila tonnellate di rifiuti all’anno per un totale di 341 giorni di attività, con tre settimane riservate alla manutenzione. Ammonterebbe invece a circa 121mila tonnellate annue la quantità di scorie prodotte nel processo di incenerimento, con la possibilità di riutilizzo di parte di esse nei cementifici, mentre per quanto riguarda polveri e ceneri si parla di 20mila tonnellate. Tali previsioni, però, per la commissione regionale sarebbero viziate da una sovrastima dei rifiuti trattabili. Ed è in questo passaggio che le osservazioni dei tecnici rilanciano le critiche degli ambientalisti che ritengono gli inceneritori una tecnologia oramai non sostenibile, a fronte delle indicazioni date dall’Unione europea in materia di trattamento dei rifiuti.
«In considerazione del fatto che il processo di recupero energetico si pone alla penultima posizione nella gerarchia di trattamento, subito prima dello smaltimento – si legge nel parere recapitato alla SI Energy – vi è la necessità di non prevedere la combustione di quei rifiuti per i quali vi è la possibilità del loro recupero». L’attenzione della commissione è stata attirata dall’elenco di materie che l’impresa conta di incenerire. Tra queste, infatti, sono indicati anche rifiuti con codici che rimandano a prodotti cartacei e a plastiche, ovvero materiali per i quali si deve procedere con il recupero e il riciclo. Lo stesso, inoltre, vale per la gomma e gli pneumatici. Scorrendo le voci inserite nel progetto si trovano però anche rifiuti animali e vegetali, «che di regola dovrebbero essere funzionali a processi di compostaggio e di digestione», si legge nel parere. Tra le criticità che caratterizzano il progetto c’è al momento anche una poca chiarezza sulle modalità di trattamento dei rifiuti sanitari che l’azienda vorrebbe utilizzare per alimentare il termovalorizzatore.
Oltre a questi aspetti tecnici resta poi un problema di compatibilità con le attuali normative, che prevedono che gli impianti di trattamento dei rifiuti ottengano il nulla osta dalle autorità d’ambito. Al momento si tratta delle Srr, le stesse a cui il governo Musumeci negli ultimi mesi ha chiesto di sondare il terreno per capire quanto sia fattibile l’invio dei rifiuti all’estero per sopperire alla prossima chiusura della discarica di Lentini della Sicula Trasporti. Nel piano d’ambito della Srr Catania Area Metropolitana – la stessa che sta gestendo la discussa gara settennale per la raccolta della spazzatura nel capoluogo etneo – per ora non c’è traccia di progetti riguardanti gli inceneritori. Quello della SI Energy, peraltro, dovrebbe sorgere neanche troppo distante dall’area in cui i fratelli Leonardi – i proprietari della Sicula Trasporti, fino al momento in cui la società non gli è stata sequestrata dal tribunale di Catania – vorrebbero costruire un proprio inceneritore. Anche in questo caso il progetto è al vaglio della commissione tecnico-specialistica della Regione. Che, consapevole della vicinanza tra i due siti, ha sottolineato la necessità di predisporre «un adeguato studio degli impatti cumulativi».