L'assessore alla Salute è tra gli indagati della procura di Trapani. Il cuore della vicenda giudiziaria riguarda la presunta falsificazione dei dati riguardati l'andamento del contagio in Sicilia. Adesso l'ultima parola al presidente Nello Musumeci
Inchiesta dati Covid, Razza presenta le sue dimissioni «Mai nascosta la verità ma faccio un passo indietro»
«Alla luce della indagine della procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie. Non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severe». Questo il commento dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, dopo l’inchiesta che ha causato un terremoto nella sanità siciliana.
Al centro della vicenda, in cui Razza è indagato insieme ad altre cinque persone, la presunta falsificazione dei dati su contagi, Terapie intensive e tamponi. Dati che sarebbero stati alterati e spalmati su più giorni per evitare, secondo i magistrati, l’ingresso in zona rossa. «I fatti che vengono individuati – prosegue – si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l’andamento reale dell’epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione. Come sempre, il fenomeno della lettura postuma delle captazioni può contribuire a costruire una diversa ipotesi che, correttamente, verrà approfondita dell’autorità giudiziaria competente individuata dal Gip». In una delle intercettazioni venute fuori in queste ore l’assessore indicava di «spalmare» il dato sui morti registrati nel territorio di Biancavilla, in provincia di Catania.
«Deve essere chiaro che ogni soggetto con l’infezione è stato registrato nominativamente dal sistema e nessun dato di qualsivoglia natura è mai stato artatamente modificato per nascondere la verità – conclude la nota – Ciò nonostante, soprattutto nel tempo della pandemia, le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto. Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni». A chiederle in queste ore sono praticamente tutti i partiti, esclusi quelli della maggioranza che sostiene la giunta guidata da Nello Musumeci.