Lo scrittore e animatore del Movimento 24 agosto ha lanciato una petizione per l'istituzione del ministero dell'Equità. «Bisogna fare le leggi per gli italiani senza considerare dove abitano». Il Nord? «C'è un partito unico», spiega a MeridioNews
Pino Aprile e l’Italia spezzata del nuovo governo Draghi «Sud? Una colonia a cui destinare briciole. Serve unità»
«Viviamo un momento politico confuso, disgraziato e inconcludente». Pino Aprile sintetizza così la situazione che attraversa l’Italia nel passaggio di consegne tra Giuseppe Conte e il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. Giornalista pugliese, presidente del Movimento 24 agosto per l’equità territoriale, Aprile è noto per alcuni successi editoriali; su tutti il libro Terroni, pubblicato nel 2010, con all’attivo oltre 250mila copie vendute. L’ultima battaglia è una petizione, destinata al nuovo premier, per l’istituzione del ministero per l’Equità. Obiettivo quello di «avviare un’opera storica di risanamento delle fratture nazionali», spiega a MeridioNews. L’iniziativa punta i riflettori al Sud e alla sua perenne arretratezza. Adesso tornata in auge con il solito cavallo di battaglia della politica: quello della costruzione del ponte sullo Stretto. L’ultimo a rispolverare l’idea è stato Matteo Salvini, arrivato in Sicilia per l’udienza del caso Gregoretti.
«Il ministero per il Mezzogiorno avrebbe senso se fosse come i fondi europei, cioè aggiuntivi – spiega Aprile a MeridioNews – Invece funziona un po’ come il ministero per le colonie in cui si pensa al Paese e poi si buttano le briciole per potere sfruttare meglio che è più indietro. Il divario non farà altro che crescere». Tra i punti di riferimento nel ragionamento di Aprile c’è lo storico e meridionalista socialista Gaetano Salvemini. «Gli chiesero come risolvere i problemi del Mezzogiorno e lui rispose “eliminando le leggi per il Mezzogiorno“. Bisogno fare le leggi per gli italiani senza sapere dove abitano. Questa è l’equità», puntualizza Aprile.
Il nuovo governo Draghi nasce però, almeno nelle carte d’identità dei suoi interpreti, con una forte trazione settentrionale e il record di ministri del Nord. «Siamo uno Stato che esiste sulla carta ma non c’è nella mente e nella convinzione dei suoi cittadini. Non abbiamo quella base ideale di coesione nazionale che porta a difendersi, insomma siamo allo sbando più degli altri». La petizione lanciata da Aprile, sulla piattaforma online change.org, ha quasi raggiunto le cinquemila firma richieste. «Al Sud siamo nella condizione peggiore ma abbiamo anche le possibilità maggiori – continua il giornalista – Il resto del Paese tende a prendersi di più perché più forte e arrogante ma avere la consapevolezza di questo, che in pochi anni è esplosa e non viene accettata, pone le basi per opporsi in maniera concreta. Non tutti però – specifica – A opporsi meno sono quasi tutti i parlamentari del Sud che agiscono come servitorelli del potere padano».
Secondo Aprile al nord governerebbe il Pun, acronimo di «partito unico del Nord». «Non c’è differenza nelle pretese e nell’avidità dei governatori Fontana, Zaia o Bonaccini. Al Nord si fanno concorrenza politica tra Lega e Partito democratico ma insieme agiscono contro il Sud». Quale la soluzione? «L’unità non è un opzione ma un dovere guidato dall’amore per l’Italia».