Da anni le associazioni hanno cominciato a censire e visitare immobili e terreni tolti ai boss. «Abbandonati, vandalizzati, distrutti». Un dibattito online per fare il punto della situazione. Tra gli interventi anche quello di una giornalista di MeridioNews
I beni confiscati alla mafia sono malgestiti o non gestiti L’evento di Arci e I Siciliani tra «belle storie e scandali»
«I beni confiscati alla mafia sono malgestiti, spesso non sono gestiti». È una delle evidenze a cui sono giunti I Siciliani giovani e l’Arci che, negli ultimi anni, anche con la collaborazione di altre associazioni – come l’Asaec antiestorsione di Catania – e di coraggiose giornaliste, hanno cominciato a censire e visitare centinaia di beni confiscati alla mafia in Sicilia. «Per gran parte sono abbandonati, vandalizzati, distrutti. In alcuni casi occupati dai mafiosi che hanno subito la confisca. Eppure alcuni riescono a trovare nuova vita e vengono restituiti alla comunità. Sono purtroppo delle eccezioni».
Dalla prima volta dentro il quartier generale del clan Zuccaro a Gravina alla villa con l’agrumeto di Palagonia dove, dopo essere rimasti fuori dal cancello chiuso con un catenaccio, è stato possibile fare il primo sopralluogo in un bene confiscato da anni. E poi anche Pedara dove, nel giardino di una villetta il Comune aveva autorizzato una associazione animalista a portare avanti le attività di un canile; mentre in un’abitazione confiscata e in gestione all’agenzia nazionale – che, come gli altri beni, l’ha messa a bando -vivono madre e figlio legittimati da un compromesso di vendita precedente rispetto al provvedimento di confisca.
Un cammino ancora in corso, che sta incontrando «belle storie e gravi scandali», su cui le associazioni faranno il punto domani venerdì 4 dicembre dalle 18 con un incontro online (che sarà possibile seguire dalla pagina Facebook). Tra l’opportunità di trasformare ville dei mafiosi in spazi sociali e l’incontro di istituzioni compiacenti al degrado e all’abbandono, inadeguate e spregiudicate nel dilapidare finanziamenti pubblici. «Il simbolo di questo nostro percorso è una bottiglia di olio realizzata con le olive trovate in un bene confiscato a Palagonia, raccolte dai mafiosi che lo avevano occupato fino alla nostra denuncia. Olio buono, distribuito agli enti benefici del territorio».
All’evento online parteciperanno: La redazione de I Siciliani giovani; Dario Pruiti, Arci Catania; Nicola Grassi, Asaec; Luisa Santangelo, giornalista Fanpage; Salvo Catalano giornalista Repubblica, Eleonora Mastromarino, giornalista Rai; Marta Silvestre, giornalista MeridioNews; Salvo Lipari, Arci; Valerio Marletta, Palagonia Bene Comune; Serenella Pallecchi, Arci Siena; Giulia Venturini, Arci Lecco; Pierpaolo Farina, Wikimafia; Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia Sicilia.