La determina del dipartimento regionale di Protezione civile prevede una gara con procedura negoziata e la stipula di un contratto in via d'urgenza. Ventuno gli inviti, tre le società a farsi avanti. Esclusa la European Network Tcl di Andelko Aleksic
Appalto da otto milioni di euro per i tamponi rapidi Un’offerta anche dall’editore croato di Novella2000
Una gara con procedura negoziata e la stipula di un contratto in via di assoluta urgenza per un valore complessivo che può arrivare a otto milioni di euro. Obiettivo acquistare un milione e mezzo di test rapidi per il Covid-19. In Sicilia ormai è corsa contro il tempo per dotare le Aziende sanitarie provinciali degli strumenti per portare avanti le campagne di screening sulla popolazione. Per riuscirci il Dipartimento regionale della protezione civile, a fine ottobre, ha approvato una determina con i dettagli della fornitura. In un primo momento la Regione intendeva spendere fino a 16 milioni di euro per due milioni di test rapidi rinofaringei, per la rilevazione su card, e un milione di quelli salivari. Successivamente la quantità è stata dimezzata così come la somma a disposizione.
Dietro la richiesta dei tamponi c’è «la recrudescenza dei contagi» ma anche «la mancanza di scorte idonee a soddisfare le pressanti richieste delle Asp, – si legge nei documenti visionati da MeridioNews – intenzionate a individuare con celerità i positivi per mettere sotto controllo i numerosi focolai che si stanno registrando». Il dipartimento ha inoltrato 21 inviti ad altrettante società ma a presentarsi con le loro offerte sono state soltanto in tre: la comasca Pkdare, la Alpha Pharma di Bitonto, in provincia di Bari, e infine la European Network Tlc. Nel verbale di gara della seconda seduta – svolta l’11 novembre – la commissione, presieduta dall’ingegnere Bruno Manfrè, riscontra la mancanza, tra la documentazione inviata dalle tre società, della «certificazione di qualità conforme alle norme europee». Nel caso della Alpha Pharma inoltre non sono state indicate forniture di tamponi per il triennio 2017-2019.
Pkdare e Alpha Pharma potranno integrare le mancanze entro il 16 novembre. Unica società esclusa la European Network Tlc di Andelko Aleksic. L’imprenditore croato è noto per l’impegno come editore delle riviste Novella 2000 e Vip Magazine ma anche per essersi occupato di una maxi-importazione dalla Cina di mascherine: destinataria, la Protezione civile della Regione Lazio. A fargli da intermediario nella commessa, come evidenziato da Report, Vittorio Farina. Lo stampatore arrestato nel 2017 per bancarotta fraudolenta, ex socio del faccendiere Luigi Bisignani e tra i finanziatori di Open, la fondazione di riferimento dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Le valutazioni riportate nel bando evidenziano anche tutte le falle di un sistema di diagnostica che in Sicilia ormai da qualche settimana è decisamente ingolfato. Perché effettuare i test rapidi, e scoprire così l’eventuale positività di chi si sottopone a tampone essendo asintomatico, non basta. A questa tipologia di esame, per completare le procedure previste nei protocolli nei confronti dei positivi, deve sempre seguire un tampone molecolare. «Il test rapido viene letto in pochi minuti con un sistema simile a quello dei test di gravidanza. Tendenzialmente fornisce pochi falsi positivi ma c’è il problema dei non infetti. Possono infatti esserci dei falsi negativi con una assenza di criticità che, secondo alcuni studi, può arrivare a una percentuale che varia dal 30 al 45 per cento», spiega a MeridioNews Claudio Costantino, professore di Igiene e Medicina preventiva che fa parte del laboratorio regionale di riferimento per la diagnostica del Covid-19 in Sicilia.
Tra gli aspetti critici c’è pure quello dei tempi per processare i test molecolari. Fatti con ritardi e con i risultati che arrivano anche dopo sette o dieci giorni. «Si tratta di un processo più lungo rispetto ai rapidi e che avviene in tre passaggi – spiega Costantino – Nella prima fase si prende il liquido rosso in cui è contenuto il tampone e viene inserito in dei macchinari che si chiamano estrattori. Qui viene tirato fuori il materiale genetico del virus. A questo punto viene lavorato con dei reagenti e il tutto viene letto da macchinari chiamati Pcr. Questi fanno venire fuori una curva di amplificazione con diversi cicli con cui si riesce a valutare la carica virale. Se c’è un ciclo basso, tra 14 e 18, si ritiene molto carico di virus, quando sale da 36 a 38, si tratta di gente in via di guarigione o asintomatico. Anche in questo caso l’associazione di questo tipo non è al cento per cento, possono esserci casi di basse cariche virali ma con sintomi importanti. In media – conclude il professore – ci vogliono dalle tre alle quattro ore per ogni tampone».