La decisione era nell'aria da diversi giorni, ma l'ufficialità è arrivata solo in serata. Sarà concesso di uscire dal comune solo agli operatori sanitari e a chi lavora nel settore agricolo e zootecnico. Il provvedimento durerà fino al 15 aprile
Covid-19, Troina dichiarata zona rossa Quasi cento i positivi, il caso dell’Oasi
Adesso è ufficiale. Il comune di Troina è zona rossa. La decisione, che era nell’aria da giorni, è stata presa in serata dal presidente della Regione Nello Musumeci. Una scelta legata all’elevato numero di casi registrati nel centro dell’Ennese e che era stata auspicata anche dal primo cittadino Fabio Venezia. Proprio quest’ultimo oggi è stato sottoposto a Tac ed è in attesa di effettuare il tampone, dopo avere accusato sintomi compatibili con l’infezione causata dal nuovo coronavirus.
Il provvedimento della Regione prevede che fino al 15 aprile «vigerà il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale e la sospensione di ogni attività degli uffici pubblici, a eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità». L’ulteriore stretta, già presa nei comuni di Agira, Salemi e Villafrati, segue la diffusione dei contagi all’interno dell’Oasi. Quasi un centinaio di casi tra pazienti, personale sanitario e familiari.
Finora sono 94 i tamponi risultati positivi ma il numero potrebbe salire ulteriormente. Nei giorni scorsi la Regione ha nominato un commissario per assistere la governance della struttura in un momento delicato. Il ministero ha mandato anche diversi medici dell’esercito. Da domani quindi i confini comunali saranno presidiati dalle forze dell’ordine.
«Potranno entrare e uscire dal paese – fa sapere il governo regionale – solo gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nell’assistenza alle attività inerenti l’emergenza, nonché esclusivamente per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, di prodotti sanitari, di beni e servizi essenziali. Inoltre, – continua – è consentito il transito, in entrata e in uscita, dei residenti o domiciliati (anche di fatto) nei Comuni interessati, esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante».