Nuova stretta nei testi del presidente Musumeci e del ministro della Salute. Verranno effettuati tamponi a gran parte del personale sanitario e a chi è rientrato in Sicilia, anche se asintomatico. Ma la Regione si prepara già a nuovi strumenti di monitoraggio
Coronavirus, le restrizioni nelle due nuove ordinanze Prossimo step: tracciare i movimenti dei contagiati
Due nuove ordinanze, una del presidente della Regione siciliana e una del ministero della Salute, arrivano in serata e dispongono nuove restrizioni. Tuttavia quella che arriva da Roma per certi versi differisce dai divieti imposti ieri dal governatore Nello Musumeci che però tira dritto.
LA NUOVA ORDINANZA REGIONALE
Come aveva in parte anticipato oggi pomeriggio l’assessore Ruggero Razza, viene estesa la possibilità di effettuare i tamponi. Finora il criterio seguito – seppur con qualche deroga – era stato: test solo a chi manifesta sintomi, a prescindere da eventuali contatti con contagiati. Adesso si decide di sottoporre a tampone orofaringeo buona parte del personale sanitario, con questo ordine: prima il personale ospedaliero coinvolto nella gestione del Covid-19 e i medici e gli operatori dell’emergenza sanitaria (compresi tutti gli operatori della Seus ). A seguire ci saranno i professionisti di medicina generale, i pediatri di libera scelta e il personale dei presidi di continuità assistenziale e, infine, le direzioni strategiche aziendali.
Il tampone viene esteso anche a tutti coloro che sono rientrati dalle Regioni del Nord e dall’estero a partire dal 14 marzo. «I soggetti in isolamento – si legge nell’ordinanza – sono sottoposti a tampone rinofaringeo a ridosso della conclusione del termine di quarantena» per constatare l’eventuale guarigione. L’ordinanza fa riferimento a una recente ricerca internazionale: «Lo studio ha dimostrato che la grande maggioranza dei soggetti contagiati (tra il 50% e il 75%) è completamente asintomatica e che la misura dell’isolamento dei contagiati (siano essi sintomatici o non sintomatici) non solo risulta capace di proteggere dal contagio altri soggetti, ma appare in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati. Il tasso di guarigione dei pazienti infettati, se isolati, è infatti pari a soli 8 (otto) giorni nel 60% dei casi presi in esame».
Si prospetta quindi un’impennata dei tamponi su un sistema che già registra attese fino a 48 ore per avere i risultati. Per accelerare i tempi, la Regione si avvarrà anche di laboratori privati. Verrà infatti emanato «un apposito avviso pubblico per il coinvolgimento di laboratori accreditati che dispongano di attrezzature adeguate, alta professionalità e che garantiscano la conformità ai protocolli dei laboratori pubblici regionali di riferimento». Sempre per la quarantena di chi è tornato in Sicilia dal 14 marzo, vengono dettate regole più precise: non potranno ricevere visite, a eccezione di badanti e personale sanitario, «purché vengano adottate tutte le precauzioni e le cautele utili a evitare il contagio».
Nel concetto di «sorveglianza attiva massiva» esplicitamente citato non rientra solo l’estensione dei tamponi e della quarantena. La Regione ritiene «necessario realizzare un sistema di raccolta di informazioni, anche mediante la successiva individuazione di tecnologie geo-localizzate per il tracciamento dei contatti dei contagiati, mediante l’utilizzo di apposite web app e app in grado di riportare quotidianamente eventuali sintomi e la propria posizione». Si fa strada quindi anche l’ipotesi di tracciare i movimenti delle persone positive.
Infine, un articolo dell’ordinanza è dedicato alle aree di servizio e alle stazioni di rifornimento di carburante. In queste è consentita l’apertura dei bar solo se collocate lungo la rete autostradale e nelle strade extraurbane principali. Se si trovano, invece, nelle strade extraurbane secondarie l’orario è limitato: tutti i giorni, dalla 6 alle 18. Chiusi i locali collocati nei tratti stradali che attraversano i centri abitati.
L’ORDINANZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE
La nuova ordinanza che arriva da Roma introduce in tutta Italia alcuni diveti che in Sicilia sono già operativi da ieri, perché introdotti dal governo regionale: parliamo della chiusura dei parchi, delle ville, dei giardini e delle aree giochi.
Poi ce ne sono altri che sono nuovi anche per i siciliani: vietato raggiungere case diverse da quella principale «nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni».
E infine introduce un divieto più smorzato di quello già in vigore in Sicilia. «Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto», si legge nell’ordinanza del ministero della Salute, che però subito dopo precisa: «Resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona». In Sicilia non sarà così. L’attività motoria all’aperto è stata completamente vietata ieri dal governo Musumeci. Stessa cosa per i supermercati : chiusi la domenica in Sicilia, aperti nel resto d’italia.