Mentre la richiesta sullo stato di emergenza è ancora sul tavolo del Consiglio dei ministri, il direttore della riserva di Capo Milazzo lancia l'allarme: «Bisogna fare in fretta per non buttare tutto il lavoro fatto»
Milazzo, la discarica minaccia l’area marina protetta Cittadini in comitato per vigilare su messa in sicurezza
Fare in fretta perché quella distesa di rifiuti emersa dopo la mareggiata non comprometta
la vicina area marina protetta. A Milazzo la parola d’ordine in queste settimane è evitare in tutti i modi che lo scempio ambientale si allarghi. È già tanta la preoccupazione per la discarica grande venti ettari venuta fuori dopo le mareggiate di inizio mese nel tratto di litorale tra Milazzo e Barcellona, ad appena tre miglia dall’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, recentemente istituita e che rischia di essere contaminata dai rifiuti alla prossima mareggiata.
«Il ministero e la Regione – denuncia il presidente della riserva Giovanni Mangano – non possono permettere che tutto ciò che è stato fatto fino ad oggi in termini di valorizzazione del territorio vada perso. Ciò che è emerso su questa spiaggia deve invece diventare un volano per la differenziata, la gente deve capire che differenziare è l’unica soluzione per evitare questi scempi».
Secondo quanto filtra dagli enti competenti,
la prima messa in sicurezza consisterà nell’installazione di una rete che parte dalla spiaggia e sale lungo il rifiuto, si tratta di una rete di contenimento del terrapieno a maglia fitta che in caso di mareggiata trattiene il rifiuto e fa rifluire l’acqua. Per tenere la rete bisogna ancorarla alla base con dei tetrapodi (struttura solitamente in cemento che serve da frangiflutti) o massi di cala. Sarà la protezione civile regionale a occuparsi dell’intervento e, vista l’urgenza, potrebbe entrare in azione anche prima del via libera allo stato di emergenza che si attende da Roma.
Proprio su questo aspetto, nei giorni scorsi il sottosegretario all’Economia
Alessio Villarosa, deputato messinese del Movimento 5 stelle, aveva denunciato che la Regione siciliana non avrebbe inviato alla protezione civile nazionale «la relazione tecnica necessaria per il completamento di tutte le attività propedeutiche alla delibera del Consiglio dei Ministri sullo stato di emergenza». Tuttavia secondo l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro, sentito da MeridioNews, tutti gli adempimenti burocratici necessari alla richiesta sono stati prodotti dagli uffici competenti.
In attesa la zona interessata è stata delimitata e posta sotto sequestro e negli ultimi giorni sono stati
effettuati da parte dell’Arpa le verifiche sulla radioattività e i carotaggi nel lungomare di Ponente – tra Milazzo, il torrente Mela e Barcellona – interessato dalla presenza dei rifiuti.
Pure la cittadinanza locale si sta muovendo per
costituirsi in comitato per vigilare sull’avanzamento delle procedure utili al ripristino del litorale e parallelamente su eventuali inchieste dell’autorità giudiziaria per abbandono incontrollato di rifiuti, risalente a quanto pare agli anni ‘70. Proprio un anno fa la Guardia costiera aveva già sequestrato una discarica abusiva, su segnalazione del sindaco di Milazzo; 160 metri lineari di spiaggia nella medesima area di Ponente posti sotto sequestro dalla Capitaneria senza una successiva presa in carico da parte della Regione del rischio socio-economico e ambientale.