Dopo il rogo di due settimane fa, qualcuno ieri ci ha riprovato. Ma un vigile urbano passato per caso è riuscito a spegnere le fiamme. Così la coop Lavoro e non solo, che gestisce terre tra Palermo e Agrigento, ha azionato la mietitrebbia prima del previsto
La coop antimafia miete il grano in anticipo «Soltanto così possiamo fermare gli incendi»
Mietere il grano in anticipo per prevenire l’azione dei piromani. Non sono passate neanche due settimane dall’incendio che ha colpito due ettari di terre coltivate a grano e gestite dalla cooperativa antimafia Lavoro e non solo. Qualche notte fa, un nuovo focolaio era pronto a mandare in fumo quel che era rimasto ancora coltivato. Così questa mattina i soci della cooperativa nata nei primi anni 2000 e che gestisce beni confiscati alla mafia tra l’Alto Belice Corleonese e l’Agrigentino, hanno dovuto anticipare la mietitura del grano per prevenire nuovi danneggiamenti alla coltivazione.
«Oggi siamo sui campi di Canicattì per la mietitura del grano – raccontano i soci in un post su Facebook -. Era stata programmata per la prossima settimana, ma abbiamo dovuto anticiparla perché l’altra notte volevano incendiare la tenuta più grande, di circa 10 ettari». Nell’ultimo incendio è andato in fumo il grano coltivato in un campo di due ettari, distruggendo un raccolto di circa 50 tonnellate. Se anche il secondo incendio fosse arrivato a divampare, la coop antimafia avrebbe dovuto rinunciare all’intera produzione della pasta.
«Per fortuna – prosegue il racconto dei soci -, in quel momento passava uno dei pochi vicini che ci vuole bene, un vigile urbano di Canicattì, che è riuscito a spegnere il fuoco. La perdita è di mezzo ettaro. L’impegno e il lavoro sui nostri campi continua giorno dopo giorno».