A guidare l’auto pirata l’imprenditore in odor di mafia A bordo pure Angelo Ventura, figlio del presunto boss

Nella macchina che ha ucciso il piccolo Alessio D’Antonio e ridotto in fin di vita il cuginetto 12enne c’erano tre uomini molto noti a Vittoria, insieme a un loro un amico. Il conducente era Rosario Greco, 37enne figlio dell’imprenditore Elio, re degli imballaggi accusato di stretti legami con la mafia. Nell’auto c’era anche il 32enne Angelo Ventura, già arrestato nel settembre 2017 per associazione mafiosa e figlio di Giambattista, ritenuto capo della Stidda a Vittoria. Il terzo già conosciuto alle forze dell’ordine è Alfredo Sortino, sottoposto a sorveglianza speciale. Il quarto passeggero è Rosario Fiore. Nessuno di loro dopo l’incidente si è fermato a prestare soccorso perché, hanno detto alla polizia dopo essersi costituiti, avevano paura di un linciaggio. Secondo la squadra mobile di Ragusa che ha raccolto le dichiarazioni dei passeggeri, in un primo momento non hanno fornito elementi utili a ricostruire quanto accaduto. Solo dopo averli messi con le spalle al muro hanno raccontato la dinamica dell’incidente. 

Greco, 37 anni, accusato di omicidio stradale, è figlio di Emanuele, detto Elio, re degli imballaggi dell’ortofrutta arrestato ad aprile per un tentato omicidio. Un imprenditore che, per la procura, è stato capace di assumere una posizione di vertice nel settore grazie al sostegno della criminalità organizzata locale: secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catania che a gennaio gli ha sequestro beni per 35 milioni di euro, vanta legami sia con Cosa Nostra, in particolare il clan Rinzivillo di Gela, che con la Stidda. In alcune società ritenute riconducibili al padre e finite sotto sequestro, Rosario Greco ha ruolo di rappresentante legale e socio. 

I legami con la Stidda portano dritti ad Angelo Ventura, uno degli altri passeggeri della Jeep Renegade che ha travolto i due bambini. Ventura è stato arrestato per associazione mafiosa a settembre 2017, perché avrebbe seguito le orme del padre Giambattista, ritenuto capomafia a Vittoria. Nelle indagini che hanno portato anche al suo arresto, Angelo Ventura emerge come uno degli uomini che impone a Vittoria estorsioni a tappeto nel mercato ortofrutticolo. Inoltre anche lui, come l’amico Rosario Greco, è stato attivo nel settore degli imballaggi: avrebbe gestito di fatto insieme al padre la Lineapack, azienda che produce cassette, bancali e vaschette di plastica per prodotti ortofrutticoli. Società, finita sotto sequestro, su cui sarebbero stati reinvestiti i soldi del pizzo. 


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