Dal presidente della Fondazione Buttitta al capogruppo di Diventerà Bellissima, fino al coordinatore di Fratelli d'Italia. Passando per la pupilla di Cateno De Luca. La giostra dei nomi che circolano per i due assessorati liberi, mentre Musumeci prende ancora tempo
Rimpastino, il valzer dei nomi passa da Bruxelles Musolino nuova opzione, Forza Italia chiede spazio
Ci sono voci, tra i corridoi dei Palazzi della politica siciliana, che a un primo ascolto rischiano di apparire soltanto leggende metropolitane. Certo, se i giorni passano e la medesima indiscrezione si ripresenta, allora torna in mente un vecchio detto secondo il quale «dietro ogni leggenda c’è un fondo di verità». Detto, pure questo, che si ascolta nelle retrovie del palazzo nelle ultime ore.
Nello Musumeci ancora una volta ieri mattina ha ribadito ai cronisti, a margine della conferenza stampa di presentazione della riforma dei consorzi di bonifica, che sulle nomine dei nuovi assessori in giunta «al momento è inutile dare date». E in effetti, nel valzer di nomi sembra quasi una gara a chi la spara più in alto. Non tanto per l’assessorato al Turismo, guidato fino a qualche settimana fa da Sandro Pappalardo, che resterà a trazione Fratelli d’Italia, quanto per quello ai Beni Culturali, retto da Sebastiano Tusa fino al momento della sua tragica scomparsa.
Sul fronte del Turismo, sembra ormai evidente che l’assessorato continuerà ad essere gestito dagli uomini di Giorgia Meloni, anche se resta qualche frizione interna al partito sulla rosa dei nomi, tra i quali rimangono in gara quelli di Manlio Messina e di Giampiero Cannella.
Diversa la situazione per i Beni Culturali. Intanto per l’eredità lasciata da Tusa, che certamente non facilita la scelta di un suo successore. E non è un caso che da Palazzo d’Orleans sia più volte filtrata l’ipotesi di un tecnico di alto profilo (Ignazio Buttitta e Davide Rampello i nomi citati con maggiore insistenza), proprio per mantenere tecnico quell’assessorato.
Ma certamente nella sua scelta il governatore deve tenere conto anche dei delicati equilibri di Sala d’Ercole, con una maggioranza che lui ridimensiona a coalizione proprio perché ingenerosa sui numeri e con degli equilibri tra forze politiche difficili da mantenere. A cominciare proprio da Diventerà Bellissima, la cui ala palermitana rivendica maggiori spazi e magari un posto in giunta per il suo capogruppo, Alessandro Aricò.
Sullo sfondo restano le ruggini di una campagna elettorale per le Europee vissuta con tensione dalle forze politiche. I centristi, insieme al sindaco di Messina Cateno De Luca, rivendicano il lavoro portato avanti in questi mesi, sostenuto anche dalla marcia dei sindaci, e soprattutto il risultato affatto scontato di Dafne Musolino nella competizione elettorale. In questo senso, non sono in pochi a chiedere che sia proprio l’assessora comunale messinese a sedere tra i dodici di Musumeci. Ma l’assessorato ai Beni Culturali, prima di essere guidato da Tusa, è stato retto da Vittorio Sgarbi, in quota Forza Italia. E oggi sono proprio i berluscones a rivendicare nuovamente quello spazio politico, mettendo sul tavolo il risultato delle ultime Europee.
E poi ci sono, appunto, le leggende metropolitane. Una delle quali racconterebbe dell’ipotesi di un politico di Forza Italia ai Beni Culturali. In cambio, si vocifera con insistenza, Giuseppe Milazzo potrebbe rinunciare allo scranno al Parlamento Europeo per cederlo a Saverio Romano, che dal canto suo starebbe chiedendo maggiori spazi a Musumeci. Leggende metropolitane, con ogni probabilità. Alla luce, soprattutto, del fatto che l’esponente forzista vicino a Micciché avrebbe già staccato i biglietti per l’insediamento a Strasburgo, il prossimo 2 luglio.