Regione, Pappalardo presenta dimissioni a Musumeci Ma al momento l’ipotesi del rimpasto resta congelata

Le sue dimissioni sarebbero sulla scrivania del governatore, Nello Musumeci, già da ieri. Ma la linea, al momento, sembrerebbe quella di temporeggiare ancora un po’. Di rimpasto di giunta, negli ultimi giorni, si è praticamente smesso di parlare, ma ieri l’assessore Sandro Pappalardo avrebbe rimesso in mano al governatore la sua delega. Che al momento resta però congelata.

Era nell’aria già da settimane, da quando, archiviata la campagna elettorale per le europee, Musumeci non aveva fatto mistero della necessità di mettere mano alla compagine di governo, ferma restando la linea adottata dal governatore dal suo insediamento: rispettare l’esito del voto per le regionali del 2017 e dare alle forze politiche che in quell’occasione lo hanno sostenuto rappresentanza in giunta in maniera proporzionale. Arginando, così, anche gli appetiti di chi allora sostenne altri candidati alla guida di Palazzo d’Orleans e oggi invece sostiene il governatore in Aula. 

A dirla tutta, del probabile addio di Pappalardo dalla compagine di governo si parla già da inizio anno, da quando lo scorso gennaio fu resa nota l’indiscrezione che dava in pole il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Manlio Messina, per succedere all’uscente assessore al Turismo. 

Da allora sono successe molte cose, compreso l’imbarazzo con gli Autonomisti di Raffaele Lombardo (che in giunta sono rappresentati alla Famiglia da Antonio Scavone) nella fase di composizione delle liste elettorali. In quel caso, complice proprio un diverbio tra gli Autonomisti e Messina, saltò l’accordo tra Giorgia Meloni e l’ex governatore, che alla fine ha scelto di sostenere Saverio Romano alle europee.

Ma i malumori rispetto a un ingresso di Messina in giunta risiederebbero anche in Diventerà Bellissima (o almeno in una parte del movimento fondato dal primo inquilino di Palazzo d’Orleans). Senza contare l’appello di qualche mese fa del presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Micciché, che in nome della rappresentatività di altri territori aveva lanciato l’allarme del «basta catanesi in giunta». 

Intanto questo pomeriggio l’Aula tornerà a discutere di ex Province, provando a trovare un quadra tra le diverse posizioni. E poi il prossimo 10 giugno nel capoluogo si terrà la commemorazione dell’ex assessore Sebastiano Tusa. Verosimilmente, superato lo scoglio delle elezioni di secondo livello negli gli enti intermedi e il doveroso momento di raccoglimento per l’archeologo vittima di un incidente aereo, per Musumeci sarà il momento di trarre le conclusioni sul nuovo volto dell’esecutivo.


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