Il ministero ha finanziato con 16 milioni di euro lo studio di fattibilità della pista ciclabile della Magna Grecia: mille chilometri in tre Regioni, di cui 220 nell'Isola. Il dipartimento Infrastrutture deve individuare il percorso entro il 2020
Da Pozzallo a Messina, la ciclovia che unisce la Sicilia Alla Regione i soldi per definire il progetto in due anni
Due anni di tempo e diversi milioni di euro per realizzare, su carta, il progetto della più lunga pista ciclabile mai realizzata in Sicilia: da Messina a Pozzallo, 220 chilometri spalmati su 27 Comuni e tre province. Si chiama Ciclovia della Magna Grecia ed è un’iniziativa di cui la Regione Calabria si è fatta capofila coinvolgendo anche Basilicata e Sicilia. Nei giorni scorsi la giunta Musumeci ha deliberato l’ok alla firma del protocollo d’intesa che fissa regole e tempi dell’iniziativa. L’idea è molto ambiziosa: permettere agli amanti delle due ruote di poter percorrere mille chilometri attraversando i territori che furono trasformati dalla cultura ellenica nel Sud Italia, percorrendo strade a basso traffico e sentieri, e realizzando segmenti nuovi dove c’è necessità di cucire l’esistente.
Il ministero dei Trasporti a fine dicembre ha stanziato 16,6 milioni per le tre Regioni interessate. Soldi che servono a definire il progetto di fattibilità tecnico-economica e individuare il primo lotto funzionale immediatamente realizzabile in ciascuna Regione. E ha fissato una scadenza: entro il 31 dicembre 2020, Sicilia, Calabria e Basilicata dovranno presentare i risultati a Roma. Il progetto comprende lo studio di fattibilità, relazioni, planimetrie, elaborati grafici, la suddivisione in lotti funzionali e l’individuazione del primo lotto funzionale, il calcolo sommario della spesa, il piano particellare preliminare, lo studio di inserimento urbanistico, lo studio di prefattibilità ambientale e lo studio archeologico e idrogeologico dove strettamente necessario. La Calabria si è mossa per tempo e dagli uffici spiegano che intendono presentare il progetto ben prima del termine del 2020. Già nell’autunno del 2019 la loro parte dovrebbe essere ultimata per poi partire con la realizzazione del primo lotto (ogni Regione non è vincolata alle altre due nella realizzazione dei progetti e nell’andamento dei lavori).
In Sicilia – dove il coordinamento del progetto è affidato al dirigente generale del dipartimento Infrastrutture Fulvio Bellomo – bisogna lavorare per non perdere un’occasione unica, considerato che nell’Isola non esistono piste ciclabili che permettono medi o lunghi spostamenti e che invece spiccano alcuni clamorosi casi di spreco, come la Castiglione-Linguaglossa sull’Etna, costata 22 milioni di euro, tre milioni a chilometro, ma mai inaugurata.
La ciclovia, stando ai documenti ufficiali dell’assessorato, dovrebbe attraversare i Comuni di Messina, Scaletta Zanclea, Alì Terme, Italia, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Furci Siculo, Santa Teresa di Riva, Sant’Alessio Siculo, Forza d’Agrò, Letojanni, Taormina, Giardini Naxos, Fiumefreddo, Giarre, Acireale, Aci Castello, Catania, Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa, Avola, Noto, Pachino, Ispica e Pozzallo per una lunghezza complessiva di 220 chilometri. Un percorso peraltro integrato con la rete ciclabile europea Eurovelo e con quella nazionale Bicitalia.
Un sogno? La certezza è che i finanziamenti, almeno per il primo lotto funzionale (verosimilmente di 30-40 chilometri), ci sono. E su quello gli uffici dovrebbero concentrarsi. Per delineare il percorso servirà mappare tutte le strade o le aree esistenti che possiedono le caratteristiche richieste. In questo scenario un ruolo nevralgico potranno avere le ferrovie dismesse, ampiamente presenti nelle province di Catania e Siracusa dove ricadrebbe la ciclovia. In ottica futura, poi, anche l’intera tratta tra Giampilieri e Fiumefreddo, oggetto di un colossale lavoro di raddoppio ferroviario con spostamento a monte del tracciato, rimarrebbe potenzialmente utilizzabile.
«Si tratta – ha commentato il presidente Nello Musumeci – di un grande progetto che potrà avere un importante ruolo di promozione del nostro patrimonio storico, culturale e naturalistico. Ogni tappa, ogni sentiero, ogni tracciato sarà pensato per appagare l’interesse e la curiosità dei cicloamatori e dar loro la possibilità di gustare fino in fondo alcuni dei posti più belli e suggestivi della nostra Isola. Per il turismo che ama pedalare sulle due ruote, e che è in costante crescita, rappresenterà sicuramente una straordinaria occasione per scegliere la Sicilia come meta». Parole affidate adesso al lavoro del dipartimento Infrastrutture.