Negli anni '80 era una delle mete preferite dai turisti tedeschi. Ma negli ultimi tre decenni il mare ha spazzato via la spiaggia e parte della pineta che continua a restringersi. Ora un progetto da 4 milioni attende l'autorizzazione ambientale. Guarda le foto
Il progetto per salvare una delle spiagge siciliane più belle Tre pennelli e nuova sabbia per far rivivere Eraclea Minoa
«Era un posto meraviglioso, accanto al teatro Greco di Minoa e a poca distanza dalla Riserva naturale orientata Foce del fiume Platani». Claudio Lombardo, portavoce dell’associazione Mareamico di Agrigento, fa un ritratto di quella che è stata la spiaggia più bella della provincia: Eraclea Minoa, nel territorio del Comune di Cattolica Eraclea. È stata, perché oggi di quel luogo paradisiaco è rimasta solo qualche vecchia foto: l’erosione della costa ha spazzato via fino all’ultimo granello di sabbia e le mareggiate stanno distruggendo pure quel che rimane di una storica pineta, dove le onde hanno già portato via numerosi alberi, tanto da rendere necessaria un’ordinanza della Capitaneria di Porto che nei giorni scorsi ha interdetto quei tratti.
«Si corre il rischio che gli alberi cadano sulla testa delle persone – dice a MeridioNews Lombardo – questo fenomeno va avanti da circa 30 anni e abbiamo documentato che ad oggi oltre 200 metri di spiaggia e almeno 50 metri di bosco sono stati persi per sempre a causa dell’avanzamento del mare. Il fondale è ormai privo della posidonia oceanica, una pianta che tra le altre cose smorza la forza dell’acqua e che viene strappata quando si fa pesca a strascico – denuncia – quindi è venuto meno un fattore di difesa delle coste, poi a ciò bisogna aggiungere anche la mancanza delle dune e i lavori effettuati in zone vicine che hanno modificato il normale movimento delle sabbie».
Il riferimento è alla costruzione, negli anni ’80, del porto di Siculiana Marina, a poche miglia a est da Eraclea Minoa, «mai entrato in funzione e oggi diventato un posteggio perché si è completamente riempito di sabbia. Le correnti – spiega Lombardo – hanno un ruolo importantissimo, si comportano come una sorta di tapis roulant che trasporta le sabbie, durante l’estate da ponente verso levante e viceversa durante l’inverno, se qualcosa si frappone nel ritorno di queste sabbie, queste spariscono e alla lunga provocano l’erosione». Secondo quanto sostiene l’uomo, la sabbia finita a Siculiana è la stessa sparita da Eraclea: a conferma di questa tesi c’è un esame granulometrico effettuato da un ingegnere chiamato da Mareamico, che ne documenta lo spostamento avvenuto a partire dagli anni ’80, per poi subire un’accelerazione dal 2000 in poi, fino ad arrivare «al colpo di grazia, alla completa sparizione della spiaggia nel 2017, quando il fenomeno erosivo è stato maggiore».
Per correre ai ripari, la Regione Siciliana ha finanziato un progetto di oltre quattro milioni di euro, approvato e attualmente in attesa della valutazione di impatto ambientale, che prevede l’installazione di tre pennelli leggermente curvi, che partendo dalla costa si attestano su fondali, costituiti da materiale lapideo calcareo o lavico e da uno strato di pietra dello spessore di 50 centimetri alla base. La loro funzione è quella di proteggere la spiaggia dalla forza del mare e permettere così di creare artificialmente di nuovo la spiaggia. Per farlo si prevede di prelevare la sabbia finita nel vicino porto di Siculiana Marina e trasportarla via mare fino a Eraclea Minoa, dove sarà rimaneggiata e sistemata secondo precise livellette con pala meccanica.
«Purtroppo i tempi della burocrazia sono assolutamente diversi da quelli della natura», evidenzia Claudio Lombardo che con l’associazione aveva proposto, invece, le barriere soffolte, ovvero delle massicciate da posizionare a largo per contenere le onde. «Essendo sotto il pelo dell’acqua, oltre ad avere uno scarso impatto visivo, avrebbero consentito pure il lento passaggio dei sedimenti e quindi il deposito di sabbia. Questa nostra idea alla fine non è passata, si è preferito optare per una soluzione un po’ più pesante dal punto di vista visivo che però può dare immediati risultati e che per noi va bene, purché si faccia qualcosa».
Qualcosa che, alla fine, possa restituire a Cattolica Eraclea il suo punto di riferimento, quella che fino a qualche decennio fa era annoverata tra le spiagge più belle della Sicilia. «Era sempre menzionata nelle varie graduatorie – racconta il portavoce di Mareamico – negli anni ’80 e ’90 era meta di un turismo tutto l’anno, soprattutto tedesco. In tutte le villette c’era scritto zimmer, si affittavano stanze anche fuori stagione grazie alla bellezza degli oltre 200 metri di spiaggia e dell’altrettanto meravigliosa pineta alle sue spalle. Oggi non c’è più niente – osserva amareggiato – dal bosco si passa direttamente al mare scendendo uno scalino, gli alberi continuano a cadere in mare come birilli, ogni mareggiata erode il terreno». Nella pineta la Forestale aveva creato un’area attrezzata, con panchine e tavoli, dove spesso si ritrovavano le famiglie grazie anche alla presenza di un camping all’interno. Se andrà davvero in porto, il progetto della Regione permetterà di riavviare l’economia locale, che si basa prevalentemente sull’attività turistica: che le opere potrebbero ultimarsi prima della fine dell’estate.