Il ministro si dice sicuro «di avere applicato la Costituzione che prevede la difesa della patria». Il leader della Lega è indagato per sequestro di persona aggravato. Proprio in queste ore è scoppiato il caso di un'altra nave ferma al largo di Augusta
Diciotti, Salvini dichiara di non avere bisogno di protezione «Decide il Senato. Chi sono io per non farmi processare?»
«Non ho bisogno di protezione, altri chiedevano l’immunità perché rubavano, io invece ho applicato la legge da ministro. E ritengo di aver applicato la Costituzione che prevede la difesa della patria». Sono queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in merito alla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal tribunale dei ministri di Catania per la vicenda della nave Diciotti per cui il leader della Lega risulta indagato per sequestro di persona aggravato. «Se dovrò essere processato per questo – ha aggiunto – lo deciderà liberamente il Senato. Chi sono io per non farmi processare?».
La sezione del tribunale di Catania che si occupa dei ministri ha ordinato alla procura di presentare domanda di autorizzazione a procedere al Senato, in particolare alla giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, presieduta da Maurizio Gasparri, cui è stata inviata una relazione con le motivazioni. La parola passa quindi al Parlamento. I senatori che compongono la giunta hanno adesso il compito di decidere, entro 30 giorni, se accettare che il ministro venga processato.
È stato il senatore di Liberi e Uguali Pietro Grasso, segretario della giunta per le elezioni e le immunità parlamentari, attraverso un post pubblicato ieri pomeriggio su Facebook a ricordare che «Salvini ha dichiarato che avrebbe rinunciato all’immunità e chiesto al Senato di farsi processare». Un post condivido sul social a corredo di una immagine che riprende il titolo del giornale Libero dello scorso 27 agosto: «Niente immunità, voglio essere processato», dichiarava il ministro leghista due giorni dopo lo sbarco dei migranti della Diciotti a Catania.
«L’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati – scrivono i giudici Nicola La Mantia, Sandra Levanti e Paolo Corda che hanno chiesto l’autorizzazione a procedere al Senato – e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare». Il ministro, in un video su Facebook, ha risposto chiarendo che «non cambio di un centimetro la mia posizione: barche, barchini e barconi di scafisti, trafficanti, mafiosi, ong olandesi e tedesche… In Italia non sbarca nessuno. Ritenetemi sequestratore anche per i prossimi mesi». E infatti il ministro ha ribadito la linea anche sulle vicenda della Sea Watch che, al momento, è ferma a 1,4 miglia dalla costa di Augusta, nel Siracusano, dichiarando di avere inviato una «lettera al governo olandese in cui viene ufficialmente e formalmente incaricato di occuparsi di questa imbarcazione che batte bandiera olandese e degli occupanti presenti a bordo».