Con queste misure l'amministrazione e il consiglio comunale «si sono presi la responsabilità di intraprendere un percorso di risanamento che crea prospettive di sviluppo per il territorio», così ha detto il primo cittadino messinese
Messina, il piano di De Luca per rilanciare la città Pagare metà dei debiti e valorizzare beni immobili
Una manovra da oltre 493 milioni di euro quella che ieri sera è stata approvata dal consiglio comunale di Messina e che due secondi prima dello scoccare della mezzanotte è stata inviata al ministero dell’Interno. A questo punto, solo se la Corte dei Conti valuterà sostenibile il piano di riequilibrio finanziario, che prevede la rimodulazione in venti anni, sarà possibile evitare il dissesto. «La concretezza strutturale del documento è palesata nel fatto che si è previsto nel quinquennio 2019-2023 il saldo del 50 per cento della massa debitoria censita», dichiara il sindaco Cateno De Luca.
Il primo cittadino, questa mattina, ha indetto una conferenza stampa. «Con queste misure l’amministrazione comunale e il consiglio comunale si sono presi la responsabilità di intraprendere un percorso di risanamento per il bene di Messina. Si creano prospettive di sviluppo per la città, anche se – ha spiegato De Luca – il quadro completo l’avremo entro l’anno con la trattativa per i debiti certi, liquidi ed esigibili con i creditori sia del Comune che delle società partecipate». In tal senso, la proposta ai creditori sarà quella di pagare il 50 per cento dei debiti in due rate. La prima ad aprile del 2019, la seconda l’anno successivo. «Senza la condivisione del consiglio comunale non ci sarebbe stato piano di riequilibrio. Ho chiesto al consiglio di andare ben oltre – dice il primo cittadino – perché la strategia complessiva che abbiamo messo in atto non riguarda soltanto il ripianamento dei debiti ma anche la soluzione per uscire il prima possibile dal piano di riequilibrio e ciò avverrà se si completerà l’azione di valorizzazione dei beni immobili comunali, attraverso l’ottenimento di risorse straordinarie».
L’amministrazione comunale ha pensato anche a un piano b da attuare qualora non dovesse andare in porto la proposta che verrà fatta ai creditori. Soluzione alternativa che inserisce nel fondo rischi straordinario la somma di 71 milioni di euro. Un importo che rappresenta il 17 per cento del valore delle misure che si prevede di adottare per recuperare le somme di denaro e rendere così sostenibile la manovra finanziaria stessa.
Tra le azioni da intraprendere per recuperare risorse, inoltre, c’è anche la scelta del consiglio comunale di mettere in liquidazione l’Atm, la società di trasporti pubblici di Messina. «Si procederà nei prossimi mesi a individuare i liquidatori e si costituirà la nuova società – ha chiarito De Luca -. Si attuerà un ripianamento della situazione debitoria di 80 milioni di euro dividendoli nei prossimi anni». Le stesse azioni saranno adottate per il settore dei servizi sociali. Il consiglio ha approvato la costituzione della Messina social city che ha come obiettivo l’assorbimento dei 510 lavoratori ma attraverso le cooperative che finiranno di essere impegnate in questo settore. Nelle previsioni del piano di riequilibrio, con la riorganizzazione e la razionalizzazione dei servizi sociali, si dovrebbero recuperare 150 milioni di euro. Altre risorse arriveranno dall’economie del personale (poco meno di 64 milioni), da minore spese dei mutui (circa 65 milioni) e dalla riduzione costi fitti passivi (oltre 20 milioni).