Nella relazione si legge di «comprovate ingerenze della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l'imparzialità dell'amministrazione». A parlare a MeridioNews è il presidente della commissione prefettizia, Filippo Dispenza
Vittoria, dopo lo scioglimento parla il commissario «Doveroso difendere operatori onesti del mercato»
«Nelle motivazioni dello scioglimento del Comune di Vittoria sono descritti dei fatti inquietanti. Noi siamo partiti dal mercato ortofrutticolo dove non c’erano mai stati reali controlli». A parlare a MeridioNews è il presidente della commissione prefettizia, Filippo Dispenza, all’indomani della pubblicazione delle motivazioni dello scioglimento del Comune del Ragusano.
Se le responsabilità penali personali vanno accertate caso per caso, emerge uno scenario generale inquietante. Nella relazione si legge di «comprovate ingerenze della criminalità organizzata che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità dell’amministrazione nonché il buon andamento e funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per l’ordine e la sicurezza pubblica». Il riferimento è, oltre che alla posizione di Giuseppe e Fabio Nicosia, a quella di ex assessori e dipendenti comunali interdetti dalle funzioni.
Poi il decreto richiama l’istruttoria compiuta dalla commissione prefettizia e la riscontrata «sussistenza di concreti, univoci, e rilevanti elementi su collegamenti diretti e indiretti degli amministratori con la criminalità organizzata e su forme di condizionamento degli stessi». Violazioni, criticità, irregolarità diffuse, anomalie nel settore dei contratti pubblici come il ricorrente artificioso frazionamento del valore degli affidamenti e la sistematica interferenza degli organi elettivi nelle decisioni riservate alle figure dirigenziali. Il tutto a vantaggio di imprese controindicate tra cui quella che a novembre 2016 si aggiudica l’appalto rifiuti come unica offerente. Per non dire dei rapporti del suo amministratore unico con ambienti malavitosi. E tanto è bastato alla prefettura prima e al ministero dell’interno poi e, quindi, al governo tutto per intimare l’alt. Tutti a casa. Almeno per un anno e mezzo. Ampio spazio hanno nella relazione anche gli interessi di Stidda e Cosa nostra sul mercato ortofrutticolo sottoposto al controllo del Comune.
«Noi dobbiamo garantire la sicurezza delle persone e degli operatori perbene che lavorano al mercato. Perché indubbiamente se il governo è addivenuto alla decisione di sciogliere il consiglio comunale, la giunta e il sindaco vuol dire allora che c’erano dei problemi che non potevano essere nascosti. Noi – prosegue Dispenza – ci atteniamo ai fatti: è emerso che molte persone stavano al mercato senza averne diritto e nessun titolo».
Il presidente approfondisce questo aspetto. «Non voglio dire che tutti i pregiudicati che sono stati trovati all’interno del mercato non devono stare lì. Mi spiego meglio. Un pregiudicato può trovare la via del riscatto sociale e del reinserimento, però, nel mercato deve entrare soltanto chi ne ha il titolo. Se una persona che ha avuto problemi con la legge è assunta regolarmente e trova la sua via per una vita fuori dal crimine va benissimo e su questi deve arrivare tutto il nostro aiuto. E così – conclude l’ex prefetto – non ci devono essere operatori che magari dissimulano la loro attività e poi ne fanno altre, non possiamo permetterlo. Vogliamo il rispetto delle regole soprattutto in difesa dei cittadini e degli operatori onesti e perbene che rispettano le leggi».