Mafia, 22 fermi tra fiancheggiatori di Messina Denaro Coinvolti anche due cognati, scoperta rete di pizzini

Ventidue persone sono state fermate questa notte, su disposizione della
Direzione distrettuale antimafia di Palermo, con l’accusa di essere contigui alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna. L’operazione – condotta da polizia, carabinieri e dalla Direzione investigativa antimafia – ha colpito ancora una volta figure ritenute fiancheggiatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Dall’inchiesta sarebbe emersa anche la rete utilizzata per smistare i pizzini. Le comunicazioni del boss sarebbero state affidate a quelle da lui ritenute persone di fiducia. Le accuse agli indagati sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni.

Tra i fermati ci sono anche Gaspare Como e Rosario Allegra, due cognati della primula rossa, con il primo ritenuto capo del mandamento di Castelvetrano. Il coinvolgimento nell’inchiesta di figure legate da un legame di sangue al boss latitante – anche lui destinatario del decreto di fermo – sottolinea una volta di più la preferenza di Messina Denaro nei confronti dei più stretti familiari. A dirlo è anche la storia giudiziaria recente, con gli inquirenti che nel tempo hanno individuato i cognati Filippo Guttadauro e Vincenzo Panicola, i fratelli Salvatore e Patrizia e i cugini Giovanni Filardo e Lorenzo Cimarosa – poi divenuto collaboratore di giustizia – fino ai nipoti Francesco Guttadauro e Luca Bellomo, i referenti fondamentali a cui affidare gli affari più importanti. 

La decisione della Dda di Palermo di disporre i fermi deriva anche dal timore di un’imminente scontro tra i clan del trapanesi. «A partire dal 2015 – scrivono i magistrati – si registra un lento progetto di espansione territoriale da parte della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, che ha riguardato anche il territorio di Castelvetrano, divenuto vulnerabile a causa della mancanza su quel territorio di soggetti mafiosi di rango in libertà e per la scelta di Messina Denaro che, nonostante gli arresti dei suoi uomini di fiducia e dei suoi più stretti familiari, non ha autorizzato omicidi e azioni violente, come invece auspicato da buona parte del popolo mafioso di quei territori». Sintomatico di questa tensione crescente sarebbe stato l’omicidio di Giuseppe Marcianò, genero di Pino Burzotto, esponente della famiglia di Campobello di Mazara. 

Nonostante le critiche per un’eccessiva reticenza ad autorizzare azioni violente, Messina Denaro resta per molti tra gli affiliati un punto di riferimento. Al punto c’è che chi paragona lui e il padre Francesco, deceduto nel 1998, ai santi. «Una statua gli devono fare… una statua… una statua allo zio Ciccio che vale. Padre Pio ci devono mettere allo zio Ciccio e a quello accanto… Quelli sono i Santi», si legge nel decreto che ha disposto il fermo. Tra le conversazioni intercettate dagli inquirenti anche una in cui due dei fermati ricordano Totò Riina, nel giorno della morte del boss nativo di Corleone. E lo fanno ricordando l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il 13enne ucciso e sciolto nell’acido dopo un sequestro di due anni, come ritorsione nei confronti del padre Santino, divenuto collaboratore di giustizia. «Ha sciolto a quello nell’acido, non ha fatto bene? Ha fatto bene – si sente nell’intercettazione -. Il bambino è giusto che non si tocca però aspetta un minuto. Settecento giorni sono due anni, tu perché non ritrattavi tutte cose? Se tenevi a tuo figlio, allora sei tu che non ci tenevi». Infine l’esaltazione della violenza e della vendetta: «Una persona la puoi ammazzare una volta, ma la puoi fare soffrire un mare di volte».

I nomi dei destinatari del provvedimento di fermo:
– Matteo Messina Denaro, cl. 1962
– Nicola Accardo, cl. 1965, capo della famiglia mafiosa di Partanna
– Gaspare Como, cl. 1968, capo del mandamento mafioso di Castelvetrano
– Vincenzo La Cascia, cl. 1948, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Dario Messina, cl. 1984, reggente del mandamento mafioso di Mazara del Vallo
– Raffaele Urso, detto Cinuzzo, cl. 1959, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Rosario Allegra, detto Saro, cl. 1953, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Vito Bono, cl. 1959, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Marco Buffa, cl. 1973, famiglia mafiosa di Mazara del Vallo
– Filippo Dell’Aquila, cl. 1964, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Mario Tripoli, cl, 1972, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Bruno Giacalone, cl. 1961, famiglia mafiosa di Mazara del Vallo
– Angelo Greco, cl. 1969, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Calogero Guarino, cl. 1969, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Giovanni Mattarella, cl. 1966, famiglia mafiosa di Mazara del Vallo
– Leonardo Milazzo, cl. 1978, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Giuseppe Paolo Bongiorno, cl. 1988, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Vittorio Signorello, cl. 1962, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Giuseppe Tilotta, cl. 1962, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Antonino Triolo, cl. 1970, famiglia mafiosa di Castelvetrano
– Andrea valenti, cl. 1952, famiglia mafiosa di Campobello di Mazara
– Carlo Cattaneo, cl. 1985


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]