È iniziata lo scorso 5 marzo la Dynamic Manta della Nato. Lo Stato Maggiore della Difesa ha comunicato i mezzi partecipanti e la Marina militare statunitense, confermando la presenza di un natante con motore a propulsione nucleare. Intanto gli attivisti scrivono alla Capitaneria di porto per avere maggiori informazioni
Augusta, sottomarino nucleare a esercitazione Nato Attivisti: «Serve chiarezza sui livelli di radioattività»
È attualmente in corso di svolgimento, a largo delle coste della Sicilia orientale, l’esercitazione multilaterale annuale della Nato Dynamic Manta, organizzata e diretta dal Comando marittimo alleato (Marcom) di Northwood, a nord-ovest di Londra, che vede protagoniste le forze armate di una decina di nazioni aderenti al Patto atlantico. Come ogni anno, la base navale di Augusta, la stazione aerea di Sigonella e il porto di Catania sono utilizzati come supporto logistico alle operazioni addestrative.
«Cinquemila militari, dieci elicotteri, dieci navi, sei sommergibili, dieci aerei e personale di dieci nazioni alleate sono convenuti nel Mar Mediterraneo centrale per addestrarsi alla lotta anti sommergibile e alla lotta contro i mezzi di superficie», così si legge in un breve comunicato diramato dallo Stato Maggiore della Difesa che non aggiunge nulla di più sulla tipologia dei mezzi utilizzati durante questa simulazione di lotta. Intanto, qualche giorno fa, la Marina militare statunitense ha diffuso la notizia della partecipazione di un proprio sottomarino d’attacco dotato di motore a propulsione e capacità nucleare, affiancato dal cacciatorpediniere lanciamissili Uss Laboon.
Le associazioni ecopacifiste e del comitato No Muos/No Sigonella avevano già avanzato, il mese scorso, la richiesta di «vietare l’accesso di navi atomiche che, però – confermano – è rimasta senza nessun riscontro». Adesso chiedono alla Capitaneria di porto di Augusta di sapere se il sottomarino statunitense «sia transitato o abbia fatto sosta in acque territoriali italiane e nel porto di Augusta o se ciò è previsto per i prossimi giorni di esercitazione. In caso – aggiungono – chiediamo di conoscere le eventuali date e le relative coordinate del punto di fonda o d’attracco». Oltre a questo, fra le richieste degli attivisti anche quella di sapere se sono stati fatti appositi controlli sulla radioattività ambientale.
All’edizione del 2017 di Dynamic Manta aveva partecipato anche il sottomarino atomico francese Emeraude, «conosciuto – ricordano gli attivisti – per essere stato protagonista di un grave incidente, durante un’esercitazione anti-sommergibile, causato da un’esplosione avvenuta nel vano motore al largo di Toulon, il 30 marzo del 1994, in cui morirono dieci membri dell’equipaggio». Ed è proprio pensando al rischio di incidenti nucleari che, nelle scorse settimane, i militanti avevano presentato un’istanza per chiedere al prefetto di Siracusa e alle autorità marittime di «vietare l’accesso e la sosta di unità navali a propulsione nucleare nelle acque territoriali e nel porto di Augusta, quale necessaria misura di prevenzione a tutela delle popolazioni costiere e dall’ambiente, non essendo stato predisposto – aggiungono – alcun piano per far fronte a un’eventuale emergenza radiologica».
L’invito a sostenere l’istanza è stato inoltrato dagli attivisti anche alle amministrazioni di tutti i 21 Comuni della provincia di Siracusa, «affinché la cittadinanza possa essere informata su questa problematica che interessa il diritto alla salute e alla sicurezza collettive, tenendo conto anche del fatto – aggiungono – che, in caso d’incidente con dispersione di sostanze radioattive, gli studi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) attestano che “è stata calcolata la deposizione di radionuclidi nell’entroterra, per rilasci prolungati, fino a distanze di 80 chilometri dalla unità militare navale a propulsione nucleare incidentata, e 60 chilometri nell’entroterra dalla costa”».
Questo significa che il raggio di estensione di un’eventuale contaminazione radioattiva coinvolgerebbe la maggior parte dei Comuni della provincia di Siracusa. «Malgrado l’esercitazione sia in corso da oltre 48 ore, nessuna delle istituzioni interpellate – denunciano dal comitato No Muos/No Sigonella – ha fornito una risposta a quanto da noi segnalato e documentato in merito a un potenziale rischio radiologico e nucleare in assenza di un’adeguata informazione pubblica preventiva e di specifiche misure di protezione civile in caso di emergenza». Per portare avanti l’istanza, il comitato ha organizzato per la mattinata di venerdì 9 marzo un presidio davanti alla prefettura di Siracusa che, questa mattina, ha chiesto di incontrare una delegazione degli attivisti.