Onda su onda, il ponte dei precari

Da molti anni si parla del ponte sullo Stretto per unire la Sicilia al resto dell’Italia. Ieri i precari siciliani e calabresi hanno simbolicamente utilizzato proprio il tratto di mare che divide le due regioni per trovare un punto d’unione nella comune protesta contro il ministro Gelmini. Dapprima un corteo, non molto nutrito ma che certo non è passato inosservato – molti manifestanti avevano al collo una ciambella salvagente – ha attraversato le strade di Messina vicine all’imbarco dei traghetti.
 

 
«L’Università sta per affondare, S.O.S. ricerca in mare» è stato lo slogan scandito dai manifestanti al momento di imbarcarsi. E così l’iniziativa, partorita dal Coordinamento Precari della Sicilia di Catania e dai Precari Invisibili della Ricerca dell’Università calabrese poco prima di Natale, ha riunito sul ponte del traghetto delle Ferrovie dello Stato circa settanta persone, provenienti dai tre atenei siciliani di Catania, Palermo e Messina e da quelli calabresi di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza. Per questi ultimi il viaggio è stata una vera odissea, data l’impraticabilità della Salerno-Reggio Calabria. Lasciato il pullman a Rosarno, infatti, hanno dovuto raggiungere Messina direttamente in treno.
Come sottolinea però Enrico Natalizi, membro dei Precari Invisibili, la questione è troppo importante per non mobilitare perfino un movimento da sempre poco impegnato come quello calabrese: «Questa iniziativa è una cosa positiva anche perché, per la Calabria, significa svegliarsi da un torpore che risale a centinaia di anni. Cominciare a manifestare la nostra capacità di contestazione, quando è necessario, e di proposta quando è opportuno, è una cosa che ci riempie di gioia. Abbiamo voglia di inventare qualcosa di nuovo, con la nostra creatività e originalità da calabresi e da siciliani».
 

 
La manifestazione si è svolta quasi per intero sopra il traghetto. Il poco traffico di un primo pomeriggio assolato e la quasi totale indifferenza dei media non hanno impedito ai manifestanti di portare comunque avanti la loro protesta, con un volantinaggio continuo e partecipato. L’obiettivo centrato con questo incontro, celebrato con un amichevole scambio di regali, deve però essere soltanto il primo passo verso un’unione che dovrebbe essere nazionale. Come spiega Salvatore Garozzo, rappresentante del Coordinamento dei Precari catanesi.
 
«La protesta agisce su due piani, locale e nazionale. Siamo di fronte a tagli sostanziosi e non si intravede nel futuro la possibilità che la ricerca italiana possa andare avanti e raggiungere dei risultati. Questo dovrebbe essere il primo passo per sensibilizzare l’opinione pubblica, partendo dal Sud».
 

 
Dopo aver raggiunto Villa S. Giovanni e dopo il ritorno a Messina del traghetto, la manifestazione ha avuto un secondo momento presso la sala Guernica di corso Garibaldi, dove si è tenuta l’Assemblea dei Precari della Ricerca che ha concluso i suoi lavori stilando un documento.


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