Sala dErcole ha approvato ieri sera la manovra economica. Un passaggio sofferto, contrassegnato da veleni e polemiche. Di fatto lAula ha detto sì a un bilancio che presenta un buco di cassa di oltre 500 milioni di euro. Non ci sono i soldi per la sanità, circa 343 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal Fas, i Fondi per le aree sottoutilizzate. Sta avvenendo, in pratica, quello che avvenuto lanno scorso, quando lo stanziamento per la sanità si è materializzzato solo qualche mese dopo lapprovazione del bilancio.
Su questo punto, nellautunno dello scorso anno i vertici della Corte dei Conti erano stati molto chiari: basta bilanci senza le risorse finanziarie per la sanità. Invece la scena si è ripetuta anche questanno. Con limpegno, da parte del governo nazionale (ma è così?), a versare quanto prima nella casse della Regione questa quota del Fas. Bisognerà vedere, adesso, cosa dirà il commissario dello Stato.
Allappello mancano altri 193 milioni di euro. Sono entrate dubbie che sono state spalmate su tutti i capitoli di bilancio (che sono stati così decurtati in percentuale). Soldi che dovrebbero entrare con la valorizzazione dei beni immobiliari della Regione. Valorizzazioni che, in questi anni, non si sono mai trasformate in entrate per la Regione.
Il tema conduttore del bilancio di questanno è stato proprio il settore entrate. Allinizio governo e Assemblea regionale siciliana avevano appostato ben 480 milioni di entrate a valere sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare. In pratica, entrate false. Poi, a quanto pare, su input del commissario dello Stato, queste finte entrate sono state smontate. Governo e Ars sono stati costretti ad effettuare ben 300 milioni di euro di tagli. Mentre i restanti 193 milioni di euro che mancano allappello – e che, lo ripetiamo, dovrebbero entrare nelle casse della Regione con la valorizzazione dei beni immobili della Regione – arriveranno (se arriveranno) non appena si materializzerà la valorizzazione di questi benedetti beni immobili.
A tal proposito, ieri, in Aula, è scoppiato il caso di Sicilia patrimonio immobiliare, una discussa società partecipata dalla Regione (della quale ieri abbiamo raccontato le gesta) che dovrebbe essere sbaraccata. Della valorizzazione del beni immobili della Regione, adesso, si occuperà la stessa amministrazione regionale.
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