Ars, sì a un ‘corretto’ voto di scambio

Ieri sera, dopo quasi due settimane di chiacchiere inutili, l’Ars è riuscita nella ‘storica impresa’ di peggiorare la legge elettorale per le imminenti elezioni comunali. Con la scusa di introdurre la doppia preferenza di genere (gli elettori dovranno votare per un uomo e per una donna), è stato ‘finalmente’ reintrodotto il controllo del voto per consentire a chi compra il consenso elettorale di non essere preso più in giro.

Questo scempio dell’intelligenza legislativa è andata in scena mentre la Sicilia affonda. In pratica, invece di occuparsi di cose serie – per esempio, trovare i soldi che il Governo Monti sta rubando alla Sicilia – Sala d’Ercole ha preferito ripristinare la legalità della ‘vecchia politica’ nei Comuni che, a propria volta, affondano a causa di una drammatica crisi finanziaria.

Quella di ieri è stata una seduta straordinaria, in tutti i sensi. E’ stata straordinaria perché l’Aula avrebbe dovuto parlare di cose più serie, per esempio, del bilancio. Ed è stata straordinaria per l’argomento in sé, visto che la legge approvata con 52 voti favorevoli, 18 contrari e 2 astenuti ripristina, di fatto, un meccanismo che dà ‘certezza tecnica’ al voto di scambio. 

In realtà, il provvedimento avrebbe dovuto introdurre grandi cambiamenti nella legge elettorale per i Comuni (per esempio, la doppia scheda. una per votare il Sindaco, l’altra per il Consiglio comunale). Per non parlare del provvedimenti per impedire truffe sui rimborsi ai consiglieri comunali (il riferimento è a quei consiglieri comunali che si fanno assumere da ditte private dopo essere stati eletti, facendosi pagare, di fatto, lo stipendio dagli stessi Comuni grazie a una ‘generosa’ legge regionale che è stata pensata su misura per consentire quello che, di fatto, è un raggiro ai danni degli ignari contribuenti). Ma, alla fine, l’Aula ha approvato soltanto una finta doppia preferenza di genere.

Perché finta? Semplice: perché se un elettore non voterà per un uomo o per una donna ma, ad esempio, per due uomini, sarà valido il primo, ma non il secondo voto. A rigore, i voto dovrebbe essere nullo, ma l’Ars ha deciso per la non-nullità. La prova quasi ‘scientifica’ che Sala d’Ercole non era interessata ad approvare il doppio voto di genere, ma ad un meccanismo per consentire un ‘corretto’ riconoscimento del voto. Siamo alla follia.

Da segnalare che i parlamentari del Movimento 5 Stelle, accusati, ieri sera dal centrodestra, di fare troppi ‘succhiotti’ al Governo di Rosario Crocetta, alla fine si sono dissociati e hanno votato contro. Non perché contrari alla doppia preferenza di genere, hanno spiegato, ma perché convinti – e non hanno torto – che questa legge faciliterà il controllo del voto.

I grillini, per ovviare a questo oggettivo problema proponevano lo spoglio delle schede in un seggio comunale unico. Questo per evitare lo spoglio sezione per sezione che, storicamente, è la condizione necessaria per un ‘corretto’ controllo del voto. Idea che avrebbe gettato nella ‘disperazione’ chi vende i propri voti e, soprattutto, chi li acquista. Dunque, niente spoglio in un unico grande seggio comunale.

Sul carro di questa strana legge sono saltati gli esponenti del centrodestra che, fino a qualche ora prima, l’avevano criticata. Cosa, questa, che ha fatto notare Figuccia (partito dei Siciliani) subito dopo il voto: “Mi fa molto male vedere gli stessi deputati del Pdl che, fino a poche ore fa, sostenevano le nostre idee, cambiare improvvisamente e radicalmente opinione”.

Lapidario il commento di Santi Formica (Fratelli d’Italia): “Con questa legge – ha detto in Aula – il presidente Crocetta finisce per favorire la mafia”.

Il parlamentare del Pd, Giovanni Panepinto, che pure è una persona seria, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi, spiegando che i presidenti di seggio non hanno l’obbligo di rendere nota la seconda preferenza. Dimenticando di aggiungere che i rappresentanti di lista hanno, invece, la possibilità di conoscerla…

Le opposizioni di centrodestra, che all’inizio erano contrarie a questa legge, hanno presentato una pregiudiziale (in realtà, tale pregiudiziale è stata sollevata dal Partito dei Siciliani e avallata dal resto delle opposizioni). Motivo: una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che definisce illegittime le modifiche delle leggi elettorali a meno di un anno dal voto. In questa fattispecie rientra questa strana legge pro-brogli, visto che si voterà tra qualche mese in tantissimi Comuni dell’Isola.

Ma siccome lo stesso centrodestra che aveva proposto la pregiudiziale, a un certo punto, ha trovato la strada per Damasco – ovvero la via per ‘ricongiungersi’ con il Pd e con i presidente Rosario Crocetta all’insegna di questa legge assurda – si è rimangiato la stessa pregiudiziale con una trovata degna ella grande scuola sofistica.

E’ toccato a Toto Cordaro (nella foto a sinistra), che non a caso nella vita fa l’avvocato penalista, trovare la formula linguistica per la quadratura del cerchio: “Quella pregiudiziale – ha detto Toto Cordaro richiamandosi a Gorgia da Lentini – affermava (notare l’imperfetto ndr) un principio chiaro: non possiamo modificare la legge elettorale in così poco tempo. Per questo, ci limiteremo a votare solo la parità di genere”.

Alla fine dei lavori d’Aula sono stati accettatati come raccomandazione dal Governo due ordini del giorno: 1) Iniziative in materia di gestione provvisoria delle Province regionali; 2) Iniziative concernenti la cenere vulcanica in provincia di Catania.

Sala d’Ercole tornerà a riunirsi lunedì prossimo, per cominciare a parlare di cose serie: cioè il bilancio.

 

 


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