Da 16 a 18 franchi tiratori hanno 'impiombato' il governo. E il motivo c'e': questa non era una riforma, ma un goffo tentativo di salvare i tre comuni piu' grandi dell'isola a spese dei piu' piccoli. Da qui la 'bocciatura' in aula che e' una secca sconfitta per l'esecutivo crocetta. Aula sospesa e rinviata a domani mattina
Ars: “No” alle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina
DA 16 A 18 FRANCHI TIRATORI HANNO ‘IMPIOMBATO’ IL GOVERNO. E IL MOTIVO C’E’: QUESTA NON ERA UNA RIFORMA, MA UN GOFFO TENTATIVO DI SALVARE I TRE COMUNI PIU’ GRANDI DELL’ISOLA A SPESE DEI PIU’ PICCOLI. DA QUI LA ‘BOCCIATURA’ IN AULA CHE E’ UNA SECCA SCONFITTA PER L’ESECUTIVO CROCETTA. AULA SOSPESA E RINVIATA A DOMANI MATTINA
Da un paio di mesi il nostro giornale critica la superficialità con la quale il Governo della Regione ha proposto l’assurda istituzione di tre città metropolitane in Sicilia: quelle di Palermo, Catania e Messina. Stasera l’Ars ha ‘bocciato’ l’istituzione di queste tre follie. E l’ha fatto con 40 voti su 76 parlamentari presenti a Sala d’Ercole. Numeri alla mano, all’esecutivo di Rosario Crocetta sarebbero mancati da 16 a 18 voti. Una disfatta politica e parlamentare.
In realtà, il Parlamento dell’Isola non ha ‘bocciato’ l’istituzione di tre città metropolitane: ha ‘inchiummato’ un maldestro tentativo di salvare dal disastro finanziario i Comuni di Palermo, Catania e Messina. Il folle progetto originario prevedeva, addirittura, di ‘infilare’ per forza da 50 a 60 Comuni in queste tre aree metropolitane. Una follia.
Quando il gioco è stato ‘sgamato’, il Governo, dal bastone è passato alla carota: e ha proposto ai Comuni di poter scegliere: o confluire nelle città metropolitane, o nei ‘liberi’ Consorzi di Comuni. A questo punto la sceneggiata metropolitana non aveva più motivo di esistere. Perché questa ‘riforma’ – come già accennato – non sarebbe servita per istituire tre aree metropolitane (nel caso di Messina un po’ ridicola!), ma per salvare dal dissesto finanziario i Comuni di Palermo, Catania e Messina.
Quando l’obiettivo è stato scoperto – anche per la protesta dei Comuni dislocati attorno a Palermo, Catania e Messina che non ne vogliono sapere di fare la fine dei capponi a Natale – la sceneggiata metropolitana ha perso tutta la propria ‘importanza’, che era finanziaria e non istituzionale. E la riforma è stata ‘bocciata’.