È stata approvata oggi all’Ars la nuova manovra finanziaria predisposta dal governo Schifani, che ha così messo sul tavolo 339 milioni di euro per affrontare alcune delle sfide più urgenti della Regione. La Manovra Ter è stata approvata con 27 voti a favore e 15 contrari. Rinviati a settembre gli emendamenti aggiuntivi e le decisioni […]
L’Ars approva la mini-manovra da 400 milioni: tra voto segreto e franchi tiratori, Schifani trattiene il tesoretto delle mancette
È stata approvata oggi all’Ars la nuova manovra finanziaria predisposta dal governo Schifani, che ha così messo sul tavolo 339 milioni di euro per affrontare alcune delle sfide più urgenti della Regione. La Manovra Ter è stata approvata con 27 voti a favore e 15 contrari. Rinviati a settembre gli emendamenti aggiuntivi e le decisioni sui cosiddetti fondi per i territori, pari a 35 milioni di euro. Si tratta dei famosi fondi che hanno inguaiato Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars, coinvolto in una indagine per corruzione relativa anche alle presunte mancette per associazioni amiche. Questo gruzzolo, però, rappresenta il pomo della discordia politica un po’ per tutti: ogni deputato, infatti, spera e cerca di tirar fuori qualcosa per i propri Comuni – e bacini elettorali – di riferimento. Ma, intanto, il tesoretto da 35 milioni è rimasto in cassa. Non è stato, però, soltanto questo aspetto a creare imbarazzo e problemi al presidente Schifani, che si è trovato di fronte al muro dell’opposizione e allo sgambetto di qualche franco tiratore della maggioranza. In pratica, l’opposizione ha presentato 1.200 emendamenti e, su ognuno, era pronta a parlare per ore, ma Renato Schifani ha proposto di applicare una prassi in uso normalmente al Senato: la tagliola, che implica la votazione su ogni emendamento senza la discussione. Facendo cadere l’effetto di dilatazione dei tempi auspicato da Pd e Movimento 5 Stelle.
Secondo quanto riferito dalle opposizioni, e in particolar da Ismaele La Vardera, la richiesta del presidente Schifani avrebbe messo in allarme il segretario generale, Fabrizio Scimè, il quale avrebbe espresso in privato dei dubbi di natura regolamentare, considerato che la tagliola non era mai stata applicata prima d’ora all’Ars. Le opposizioni si sono così rivoltate, accusando Schifani di volerle imbavagliare, ma il presidente della Regione ha preso la parola motivando la scelta con la necessità di frenare l’ostruzionismo. Chiarita – si fa per dire – la questione, si è passati al voto dei 16 articoli presenti in manovra. Anche qui, però, non è andata meglio: grazie al voto segreto chiesto dalle opposizioni, con la complicità dei soliti franchi tiratori del centrodestra siciliano, sono stati bocciati tre articoli. Il primo riguardava i sostegni economici relativi all’informazione e all’editoria, previsti dall’apposito Fondo per l’editoria istituito nel 2019. Bocciato anche l’articolo numero tre, che prevedeva l’acquisto di un immobile in via Cordova a Palermo, al fine di ridurre le locazioni passive della Regione e di attuare una migliore distribuzione logistica degli uffici regionali. Bocciato, infine, il finanziamento per la costituzione dei laghetti per la raccolta delle acque, utili all’irrigazione dei terreni agricoli produttivi, lasciando ancora una volta i contadini a bocca asciutta.
Un «impianto fondamentale che ha retto», secondo Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli d’Italia, nonostante il «rammarico» per i tradimenti e gli articoli persi. Più duro il commento di Totò Cuffaro, segretario nazionale della Dc: «Se un partito come il Pd, che storicamente sarebbe dalla parte dei lavoratori, in alleanza con i 5 stelle e in combutta con Mpa e alcuni deputati chiamiamoli giochettisti, ostacolano, sino a bloccarla, la norma che prevede la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica, mi viene di pensare che abbiano smarrito il senso della politica». Delusa anche la Ugl Sicilia: «Duole registrare che questo governo ha scelto di destinare le risorse ad altro, dimenticando migliaia di famiglie siciliane che vivono di precariato. Avevamo chiesto di aumentare le giornate di lavoro di questi lavoratori, così da combattere con serenità lavorativa contro gli incendi e aiutare il mondo agricolo garantendo l’irrigazione nei campi agricoli. Così non è stato», scrivono in una nota congiunta Franco Arena, segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia, e Carmelo Giuffrida, segretario regionale Ugl Sicilia. A rimandare le accuse ai mittenti è lo stesso Partito democratico che, tramite Mario Giambona, vicepresidente del gruppo all’Ars, sostiene: «Abbiamo subito espresso forti perplessità sulla manovra proposta dal governo regionale. Oggi possiamo dire con chiarezza che si tratta di una norma che non risponde alle reali esigenze dei siciliani: la sanità che soffre, le infrastrutture inadeguate, un sistema del lavoro che non offre prospettive, soprattutto ai giovani. Ci troviamo, invece, di fronte a una manovra sbilanciata, che utilizza 400 milioni di euro senza una visione complessiva e una strategia reale».
Gli articoli approvati in aula riguardano il rifinanziamento della Protezione Civile; lo stanziamento delle risorse per i dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle; interventi infrastrutturali su dighe e acquedotti per fronteggiare la crisi idrica; fondi extra per i Comuni che abbiano raggiunto il 60 per cento di raccolta differenziata dei rifiuti. Inoltre, sono stati stanziati 3 milioni di euro a favore della degli interventi contro la povertà e l’esclusione sociale; finanziamenti per il potenziamento della videosorveglianza cittadina e la manutenzione delle strade provinciali; stanziati anche i fondi per i Comuni che devono acquistare gli scuolabus. Introdotte, infine, le misure correttive relative all’ultima legge di stabilità e, soprattutto, sono stati autorizzati gli incentivi per il personale sanitario ed il potenziamento tecnologico dei sistemi di gestione e monitoraggio, che consentiranno di ridurre le liste di attesa negli ospedali dell’isola. Nonostante tutto, si dice dunque soddisfatto Alessandro Dagnino, assessore all’Economia regionale: «Abbiamo realizzato l’obiettivo di approvare la manovra in tempi record, nel pieno rispetto delle regole del Parlamento, che hanno consentito al governo Schifani di difendersi dai tentativi ostruzionistici delle opposizioni. In sole 48 ore – conclude l’assessore – e a meno di un mese dall’approvazione in giunta del disegno di legge, l’aula ha varato una manovra che prevede maggiori spese per 339 milioni di euro nel 2025, 64 milioni nel 2026 e 68 milioni nel 2027».