Sala d’Ercole non è il Senato della Repubblica. Dove – come si può vedere in un video che impazza sulla rete – finiscono in votazione articoli di legge illeggibili dei quali né il Governo Renzi, né il presidente Piero Grasso sanno dare spiegazioni, tra le vivaci proteste dei senatori grillini. In Assemblea regionale siciliana le regole parlamentari si osservano. E i disegni di legge che non rispettano le regole parlamentari non vengono messi in discussione. E’ successo oggi – cosa che noi avevamo previsto stamattina – con il disegno di legge sull’esercizio provvisorio che il Governo di Rosario Crocetta ha trasformato in una mezza legge finanziaria omnibus.
Ma questo strano esercizio provvisorio ricco di norme anche strutturali – frutto di una notte di dibattito in Commissione Bilancio e Finanze – è arrivato oggi a Sala d’Ercole senza le relazioni tecniche. Morale: la presidenza non poteva che chiedere al Governo tutti i dettagli tecnici. Che non ci sono.
Insomma, oggi Sala d’Ercole potrebbe, al limite, esaminare e forse approvare il disegno di legge sui circa 3 mila ex Pip di Palermo (leggere precari). A patto che il Governo Crocetta spieghi da dove intende trovare i soldi per pagare questo personale. Senza questi dettagli tecnici potrebbe saltare anche l’esame di questo provvedimento.
L’Aula, a meno di colpi di scena, dovrebbe riprendere i lavori il 3 gennaio. Entro il 7 gennaio potrebbe essere approvato l’esercizio provvisorio. Anche se, prima di questo disegno di legge, dovrebbe toccare al mutuo da 2 miliardi di euro. A meno che Sala d’Ercole non decida di soprassedere a un nuovo indebitamento di famiglie e imprese siciliane che servirebbe a poco, se è vero che il buco di cassa della Regione ammonta a oltre 5 miliardi di euro.
Ma, al di là di quello che succederà nei primi giorni del prossimo anno, un dato politico, oggi, emerge con forza: la politica siciliana, nel suo complesso, ha risposto all’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei, inviato in Sicilia da Renzi e dal sodale di quest’ultimo, Graziano Delrio.
Baccei, la scorsa settimana, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Reale – sede del Parlamento dell’Isola, ha provato a dettare l’agenda politica sia al presidente Crocetta, sia al Parlamento dell’Isola. Il risultato è che il presidente della Regione non solo è in rottura con l’assessore Baccei, ma – stando alle indiscrezioni raccolte tra gli uomini a lui vicini – comincia a nutrire dubbi sulla correttezza del Governo nazionale nei suoi riguardi.
A quanto si racconta, Crocetta, la scorsa estate, avrebbe siglato il noto accordo «sciagurato» con il Governo Renzi, rinunciando – anzi, facendo rinunciare alla Regione siciliana, per quattro anni – agli effetti positivi di una sentenza delle Corte Costituzionale, con l’impegno che Roma gli avrebbe concesso alcune importanti agevolazioni. A cominciare da 550 milioni di euro che non sono mai arrivati nelle casse della Regione.
E’ invece arrivato l’assessore-commissario Baccei. Ed è arrivato, soprattutto, il taglio dei fondi Pac, un miliardo e 200 milioni di euro rivendicati come una vittoria sulla Sicilia dal sottosegretario Delrio in un’intervista sul Mattino di Napoli. Da qui i dubbi di Crocetta che, adesso, comincerebbe a mettere nel conto che a Roma non avrebbe tanti amici.
Anche l’Ars, oggi, ha dato la risposta a Baccei, mandando a mare il suo tentativo di avviare le riforme. E’ probabile che l’assessore voli a Roma per lamentarsi con Renzi e Delrio. E non è da escludere che il Governo nazionale mediti qualche vendetta. Ma di mezzo c’è il Pd, che è al Governo a Roma ed in Sicilia. Morale: il capo del Governo nazionale e il suo sodale dovranno moderare gli ardori.
Aggiornamento: 19,10
Sala d’Ercole ha approvato il disegno di legge sugli ex Pip di Palermo. La spesa prevista non è di 9 milioni, come annunciato stamattina, ma di 2 milioni di euro. Disponibili erano solo 2 milioni, come accertato nella relazione tecnica fornita dal Governo. Gli altri verranno inseriti non appena saranno disponibili nella legge Finanziaria ancora da approvare.
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